E’ noto che il clima manifesta una serie di fluttuazioni, il caldo si alterna al freddo, la siccità ai periodi umidi.
Avrete in tanti sentito parlare di PEG, ovvero Piccola Era Glaciale. Una classificazione climatica di quel periodo davvero esagerata, dato che la diminuzione della temperatura media fu di solo 1°C. Vi sono varie teorie che cercano di spiegare un tal raffreddamento, come un rallentamento della Corrente del Golfo, oppure eventi vulcanici o ancora per l’influenza dell’attività solare.
Il periodo fu caratterizzato da un incremento degli inverni rigidi, con episodi che oggi definiremmo record. Peccato che all’epoca non ci fossero termometri, se non verso la fine di quella fase, ma le notizie ed i racconti non mancano, oltre che le simulazioni del NOAA per scoprire cosa accadde.
Il piccolo uomo ha sempre necessità di giustificare, avere cognizione, dare una risposta ai tanti perché, ma non sempre reperisce la verità.
Un’altra notizia di cui si parla tanto, fu dell’anno senza estate o anno della povertà, quando a causa dell’esplosione vulcanica del Tambora, accaduta nell’aprile 1815, nell’atmosfera terrestre si creò un velo di polveri che attenuarono l’effetto dei raggi solari, con un conseguente abbassamento della temperatura ed un peggioramento generale delle condizioni atmosferiche.
Pochi sanno che l’anno senza estate, ma anche tal argomento sarà da approfondire, fu anche quello dell’anno senza inverno.
Una fase fredda si ebbe in gennaio, quando aria gelida dalla Russia si spinse verso l’Europa centrale e parte dell’Italia, ma in febbraio un forte anticlone sub-tropicale si instaurò nel Mar Mediterraneo centro occidentale.
A marzo, ma pare solo verso il finire del mese, l’alta pressione iniziò a diminuire, un po’ come è stato in tanti inverni stile anni ’90. Ad aprile, in Italia giunsero le tanto attese piogge.
Anche allora, e siamo nella PEG, si ebbe un episodio di marcata anomalia climatica, con una stagione invernale meno rigida delle altre e con assenza di precipitazioni nevose.
Insomma, si grida al lupo, al lupo un po’ troppo spesso, anche se in onestà, gli ultimi anni sono un po’ fuori delle regole, che noi piccoli uomini avevamo messo a punto con tenacia e caparbia.