Motori di questa propulsione di origine artica sono le due depressioni senza fondo (973 e 986 hPa) posizionate sopra i cieli lapponi. La saccatura che si determina da questi territori si conficca nel cuore europeo riuscendo anche a scavalcare l’imponente muro alpino.
Ed è debole, davanti a questa potente discesa, l’opposizione del picco altopressionario austroungarico a 1027 hPa. L’unico risultato che può ottenere è la limitazione delle precipitazioni, ma non l’infiltrazione dell’aria fredda.
Ad occidente resiste l’alta pressione azzorriana (1041 hPa), capace di respingere gli attacchi artici groenlandesi (961 hPa). Nei prossimi due giorni si espanderà verso la Francia e il nord-ovest italiano, contrastando questa prima discesa artica, ma sarà un’espansione effimera.
Nel Mediterraneo si nota il continuo allontanamento dalle coste ioniche italiane del vortice depressionario a 1010 hPa, ormai in procinto di invadere la Penisola Ellenica.
L’immagine satellitare mattutina evidenzia l’enorme massa nuvolosa gelida che investe l’Europa centro-orientale in direzione meridiana dal Circolo Polare Artico sino alle Alpi. Dalle precipitazioni nevose finlandesi alle piogge diffuse francesi, la forza dei venti artici è tale da far giungere il lembo estremo della saccatura sino ai settori settentrionali italiani.
Spicca, accanto a questo enorme freezer mitteleuropeo, l’assenza di nubi sopra le due aree protette dalle alte pressioni: quella iberica e quella del Gruppo di Visegrad.
A sud permane lo spostamento della zona di instabilità mediterranea verso la Grecia. Il suo carico di piogge e temporali abbandonano le nostre coste ioniche.