Sgombriamo subito il campo da ogni benché minimo equivoco: l’incendio rappresenta un fenomeno direttamente legato all’uomo. Chi pensa ad un origine naturale del fuoco commette un enorme sbaglio. Almeno alle nostre latitudini.
Potrebbe forse sembrare strano leggere un articolo di tale natura in un quotidiano telematico di meteorologia come appunto è il MTG. Ma con un osservazione più attenta ci si rende conto di quanto le condizioni climatiche influiscano nello sviluppo e nella propagazione degli incendi. Dalla carenza idrica estiva (col sottobosco che seccandosi diventa una bomba ad orologeria) al vento quale fattore, appunto, propagativo.
Ecco quindi che una campagna di sensibilizzazione verso chi quotidianamente rivolge l’attenzione ai più comuni mezzi di comunicazione, potrebbe rappresentare un ottimo mezzo di prevenzione prima ancora che di cura. Si, perché sappiamo tutti che la prevenzione è l’arma migliore nella lotta contro fenomeni altamente distruttivi. La cura non può far altro che lenire le ferite e facilitare la riabilitazione. Ma nel caso di un bosco, i tempi di guarigione sono purtroppo dilatati, senza alcuna garanzia circa il ripristino di condizioni accettabili. Sicuramente mai uguali a quelle precedentemente esistenti.
Ribadiamo ancora una volta che l’uomo ne è la prima causa. E si badi bene che non si parla di piromani (che secondo la legge è un individuo affetto da innegabili disturbi psichici che lo portano a provare piacere nell’appiccare un fuoco) ma bensì di persone “comuni”. Dall’incauto automobilista che lancia la cicca della sigaretta fuori dal finestrino, a coloro che utilizzano il fuoco quasi come un’arma.
Non ci si stupisca di quest’ultima affermazione. Sono tanti i motivi che possono spingere un essere umano all’utilizzo del fuoco. Perché troppo spesso la presenza del verde è vista come intralcio ad altre attività ritenute forse più redditizie. Ma tutto ciò rientra nel campo legislativo che disciplina la materia “incendi”. Materia alquanto complessa e che richiederebbe più di un articolo per un’esaustiva trattazione.
Lo scopo di questo editoriale è quello invece di rendere attuale un dramma che si ripresenterà, purtroppo, tra non molto. Si dovrebbe cercar di riflettere su quanto sia imparagonabile la bellezza della nostra vegetazione Mediterranea: dai boschi alla macchia, dalle specie esotiche a quelle autoctone della flora propriamente Italiana.
Quante volte capita di osservare interi versanti un tempo lussureggianti, spazzati via e tramutati in fredde pietraie. O quante volte si cerca in una passeggiata tra il verde, quel relax atteso per tutta una settimana. O ancora, il respirare quell’aria pura che solo le piante sono capaci di donarci. Bene, se continueranno a bruciare ettari su ettari di foreste, queste semplici ma immense emozioni diverranno col tempo malinconici ricordi.