Le mappe NCEP ci danno la possibilità di esaminare i cambiamenti climatici subiti dagli inverni europei e mediterranei negli ultimi anni.
La possibilità di esaminare le anomalie di pressione atmosferica, è di grande aiuto dal punto di vista climatologico, in quanto ci permette di evidenziare le tendenze invernali di lungo periodo.
Notiamo, innanzitutto, sul panorama europeo, un rinforzo della figura anticiclonica che porrebbe il proprio cuore appena a nord delle Alpi italiane, tra Svizzera, Francia e Germania meridionale.
Il rinforzo anticiclonico durante il mese di Gennaio è la causa anche delle frequenti siccità invernali sul Nord Italia, ed anche della frequenza delle condizioni di cielo sereno e clima mite sulla nostra Penisola.
Ed il freddo?
Esso veniva normalmente apportato da una espansione verso occidente dell’Anticiclone Russo.
La mappa delle anomalie bariche a partire dal Gennaio 1990, mostra che tale Anticiclone è progressivamente scomparso, per lasciare spazio ad un netto calo della pressione proprio sulla Russia europea, compreso tra i 2 ed i 3 hPa.
La circolazione prevalente di Gennaio vede dunque, negli ultimi 17 anni, un anticiclone posizionato sulle Alpi, e correnti atlantiche da nord nord ovest che attraversano la Russia, facendo scomparire quella figura barica apportatrice di freddo sulla nostra Penisola.
Ma dove è finito l’Anticiclone Russo?
La mappa relativa all’Asia mostra un suo netto indebolimento sulla Russia europea, ed un contemporaneo rinforzo nella Siberia orientale e sulla Mongolia, che restano i suoi baluardi durante la stagione invernale.
Donde la frequente presenza, in inverno, di temperature inferiori ai -50°, o addirittura -60°C come accaduto ad Ojmjakon durante questo mese, e la presenza, invece, di temperature miti nel comparto russo europeo.