La prima parte della giornata di ieri è stata caratterizzata da piogge generalmente deboli, ma diffuse su gran parte delle regioni settentrionali. Come poi annunciato dalle proiezioni modellistiche, le precipitazioni hanno subito l’atteso deciso aumento d’intensità.
Il lieve spostamento ulteriore verso est dell’asse ciclonico, proteso lungo il Mediterraneo occidentale, ha infatti rinvigorito il richiamo umido perturbato sud/occidentale, acuito ancor più dalle correnti da S/SE in azione nei bassi strati.
Siamo tuttora di fronte alla fase acuta di maltempo, responsabile di precipitazioni di notevole entità su alcune zone, laddove si sono create le condizioni di stau orografico. La regione più colpita è la Liguria (si può consultare il seguente approfondimento regionale: www.meteogiornale.it/news/read.php?id=16839 ), con accumuli censiti fino ad oltre 200 millimetri sull’entroterra di Levante: anche su Genova, fra ieri ed oggi, si sono ben superati i 100 millimetri sulle zone orientali cittadine.
Persino l’alta Toscana è stata lambita dal maltempo così intenso del Levante Ligure, in particolare sulla Lunigiana e spartiacque appenninico al confine con l’Emilia, ove si sono avuti picchi precipitativi da ieri di ben 130 millimetri. Per il resto accumuli inferiori, maggiormente degni di nota sulle Prealpi Lombarde, fra bresciano e bergamasco (punte di 70-80 mm).
Il maltempo, inoltre, non ha risparmiato il Triveneto: da annotare i 47 millimetri in 24 ore fino alle ore 13 odierne su Venezia Tessera, con l’area lagunare tornata a sperimentare il fenomeno dell’acqua alta direttamente collegato alle intense correnti sciroccali risalite lungo il Mar Adriatico.
Ma il bilancio del maltempo non può non tenere conto anche delle violente precipitazioni sulle aree sensibilmente esposte del Friuli Venezia Giulia: fra Prealpi Carniche e Prealpi Giulie si sono avuti episodi precipitativi forti da stau, con oltre 130 millimetri sulla catena dei Musi, area fra le più piovose della regione.
Il maltempo è ancora attualmente in corso, poiché siamo in presenza di una configurazione barica lentamente evolutiva. Infatti, il corridoio ciclonico responsabile del maltempo sul nostro Paese è inserito fra due figure anticicloniche, quella del Vicino Atlantico e quella invece che si pone come muro insormontabile ad est sull’Europa orientale, unita ad un promontorio sub-tropicale sul Mediterraneo centro-orientale.
Le correnti sciroccali, molto sostenute specie al Sud e sull’Adriatico, hanno favorito un ulteriore risalita termica, che sul Nord sta a significare una quota neve ancor più elevata, generalmente al di sopra dei 2000 metri sulle Alpi Orientali. I valori più eclatanti, numericamente parlando, ancora una volta in Sicilia, con punte di 25 gradi in Sicilia.
Fa decisamente meno freddo anche sull’Europa centrale, grazie allo spostamento dell’asse dell’ondulazione depressionaria verso est, con la risalita di correnti meridionali dalle latitudini mediterranee.
Si può parlare di perturbazione d’altri tempi per descrivere la situazione in corso, visto che si tratta del primo vero corposo peggioramento della stagione da ovest, capace di esaltare l’orografia delle regioni settentrionali, zona di Nord-Ovest in particolare.
Tuttavia non si può certo parlare di flusso atlantico che si rimette in moto, in quanto l’Anticiclone oceanico si manterrà sempre ben forte a medie-alte latitudini, pronto a respingere ogni velleità d’attacco da parte delle correnti atlantiche e nord-atlantiche.
La disposizione anticiclonica appare però favorevole a nuove discese d’aria di origine polare: le ultime uscite modellistiche odierne hanno completamente corretto il tiro in riferimento alla colata attesa ad inizio settimana, che non interesserà la nostra Penisola, ma devierà in direzione dei Balcani sotto la spinta distensiva dell’Alta Pressione.
Sarà comunque l’ennesimo segnale di un’atmosfera in fermento, con prevalenti scambi di masse d’aria secondo i meridiani. Continuando di questo passo, anche Dicembre, primo mese invernale, potrebbe presentare un’altalena di situazioni alterne.