Nemmeno dieci giorni fa l’Italia era sotto la morsa dell’anticiclone, con le solite eccezioni per il nord Italia, e le temperature superavano ampiamente la soglia dei 30°C; oggi siamo in pieno Autunno e l’atmosfera peninsulare è plumbea e piovosa, con una flessione termica degna dei migliori giorni d’Ottobre.
Di chi è la colpa? Di una perturbazione di estrazione atlantica, mossasi verso il Mediterraneo con andamento retrogrado, richiamata dal letto di bassa pressione instaurato dall’azione ciclonica precedente e dalla successiva entrata di matrice orientale.
Nel movimento di aggancio dell’Hp Azzorriano con lo Scand+ si è creato il presupposto per l’accesso di questa bassa pressione, giunta attraverso un iter tipico delle gocce fredde, specie durante il periodo autunnale. E’ relativo a questo spazio di tempo lo spostamento di masse d’aria fredda atlantica verso sud, a causa di trasferimenti anticiclonici dinamici diretti in Europa centro-settentrionale (quest’ultima sede delle cellule alto-pressorie) importanti per configurare il continente nel pattern che rispecchi il semestre freddo.
Se osserviamo il satellite di codesta mattina notiamo l’espansione anticiclonica da sud-ovest verso nord-est, in quello che potremmo chiamare nelle prossime ore “ponte di Wejkoff”, ed il flusso freddo che fluisce seguendo le “indicazioni” che il bordo orientale dell’Hp tenta di indicare.
La goccia fredda altro non è che la dipartita di un nucleo freddo da una zona depressionaria principale (la saccatura) tramite una azione di cut-off; nel caso odierno essa segue l’andamento dinamico tipico del periodo, quando le gocce fredde cominciano a rincorrere il flusso anticiclonico, scavando un solco verso meridione.
Quest’ultima è dunque penetrata nel Tirreno, producendo temporali sparsi e piogge diffuse, con maggior interessamento delle aree costiere/limitrofe a causa di uno scivolamento verso sud/sud-est del minimo barometrico; è difatti atteso (ma non certo) l’avvento di un riguardoso sistema temporalesco al sud, con qualche modello che prevede anche l’innesco di un TLC.
Alcune condizioni vi sono per la formazione del ciclone, come ad esempio il passaggio sostenuto sul mare, la presenza di un fronte caldo a sud con vorticità positiva di shear, la goccia fredda, la presenza del getto, etc ma non è detto che il processo vorticoso venga generato: teniamo gli occhi aperti, analizzando che la presenza di una probabile WCB potrebbe aver fornito buona energia.
Realmente è affascinante esaminare le immagini satellitari, specie quelle animate, per capire il tipo di evoluzione e dare una spiegazione alle formazioni nuvolose in atto.
Al nord Italia si vedono gli effetti del passaggio freddo e dell’ingresso, graduale, delle correnti orientali, con cieli progressivamente sgombri di nubi e qualche jet fibres; tra Sardegna e Corsica fioriscono i cumuli più a settentrione, con evidenti Lee cloud a testimoniare l’ingresso di correnti più intense e secche. La stessa cosa si può essere in Dalmazia e verso le Alpi Dinariche, con evidenti nubi di tipo orografico.
Al centro sono visibili le gesta del vortice e si intuisce vagamente l’azione della Lp al largo delle coste orientali sarde; è un sistema ciclonico governato principalmente dalle alte quote, considerato il futuro ingresso di una matrice nord-orientale che raffredderà ulteriormente la penisola e spingerà la perturbazione a sud.