Questa prima parte del mese di luglio, insieme ad agosto mesi estivi per antonomasia, ha visto frequentemente condizioni di tempo instabile e fresco, indirizzato su gran parte delle regioni Italiane. Certo è fuori luogo attendersi perturbazioni stile autunno-inverno, anche se magari le configurazioni bariche verificatesi hanno talvolta assunto connotati simili.
Se poi aggiungiamo i venti settentrionali che hanno diffusamente portato temperature talora troppo fresche per il periodo in essere, ecco che le nevicate ricomparse sui settori alpini a quote relativamente basse (per il periodo chiaramente) non ci devono assolutamente stupire. Ma da qualche giorno si sente parlare di prossima ondata di caldo che interesserà buona parte dello Stivale.
Chi ha avuto l’occasione ed il tempo di leggere i vari articoli presenti già dal mattino sul MTG avrà carpito la possibile breve durata della stessa, così come il caldo che probabilmente sarà meno intenso di quella che ci interessò alla fine del mese di giugno. Questo perché la permanenza non sarà sufficiente ad alimentare i tassi di umidità relativa dell’aria, che trasformano il caldo torrido (ma sopportabile) in caldo afoso (molto più sentito dal corpo umano), se non all’estremo Sud (dove il caldo resisterà leggermente più a lungo).
Ma volendo ora dare un’occhiata ai vari concetti di normalità che abbiamo più volte preso in considerazione, non possiamo che ritenere normale quanto ci attende nei prossimi giorni. Sì, perché nel corso della stagione estiva, anche in quelle di decenni fa quando dominava ancora la mite influenza del vicino Oceano, vanno messe in preventivo solitamente 3-4, talvolta 5, ondate di caldo oltre la media. Quelle che ci fanno sudare durante le ore notturne se non si è in possesso dei condizionatori d’aria.
Ma rispetto a quanto accadeva nel passato v’è da dire che forse sono cambiati i costumi mediatici Italiani. I vari allarmi lanciati dalle autorevoli Organizzazioni Climatiche Mondiali (certamente legittimi e preoccupanti) uniti al ripetersi sempre più spesso di eventi estremi (senza dimenticare i repentini passaggi dal caldo al freddo e viceversa), alimentano proclami talvolta esagerati e ingiustificati. Lo spettro di stagioni passate aleggia ogni qualvolta temperature sopra la norma decidono di farci visita.
Ma la memoria non dovrebbe, almeno in queste circostanze, farsi condizionare dalla storia passata. Anche perché in meteorologia i paragoni non possono essere fatti se prima non si hanno una serie di dati rilevati, sulla base dei quali imbastire raffronti dai caratteri puramente scientifici. Quelli che una scienza cosi complessa meriterebbe un po’ più spesso.
Prepariamoci pertanto ad affrontare la prossima fase calda senza particolari patemi d’animo, certi che la sua durata non sarà fonte di paragoni con nessun’altra stagione passata. Ci sarà lo spazio per andare al mare, godere delle brezze pomeridiane lungo le coste, oppure riposarsi all’ombra dei nostri splendidi boschi. Perché l’estate è anche e soprattutto questo: caldo e tanto sole, ma mai con eccessi duraturi. Soprattutto nel bacino del Mediterraneo.