Si sente spesso dire che la neve nelle città americane è abbondante, e ciò è abbastanza noto anche per chi non si è mai interessato di Meteorologia e Climatologia. Vediamo quindi fino a che punto questo concetto è vero analizzando i dati delle quantità di neve attraverso tutta la nazione, e interessandosi soprattutto delle città più famose (che spesso sono a bassa quota).
Se iniziamo dalle regioni del nord est, che si affacciano all’Oceano Atlantico, dove il clima è comunque continentale (le medie di gennaio oscillano per lo più tra -5 e +3 gradi), notiamo naturalmente la diminuzione da nord a sud delle quantità medie annue di neve (i valori sono sempre espressi in cm):
Boston 102,1, New York 71,3, Philadelphia 53,0, Baltimore 51,9, Washington 42,3. Il che evidenzia una buona nevosità visto che non manca né l’irruzione di aria fredda da nord (corrente del Labrador), né il rifornimento di umidità e di perturbazioni che provengono dall’Oceano Atlantico.
Infatti questa zona, benché a prima vista oceanica, appartiene al clima continentale, poiché non ci sono montagne che fanno da barriera tra nord e sud del continente. Gli Appalachi sono disposti in modo tale da lasciar passare le masse d’aria artica fino alle medie latitudini senza incontrare dei veri ostacoli.
Se invece ci spostiamo all’interno di queste zone, cioè verso ovest, dove il clima diventa più continentale e l’inverno ancora più rigido (la media di gennaio è per lo più tra -13 e 0 gradi), i grandi laghi danno il loro contributo per elevare le quantità di neve nelle zone a est e sud-est di essi. Infatti si rileva quanto segue:
Pittsburgh 106,8 , Cleveland 138,3 , Detroit 104,0, Chicago 96,5 , Milwaukee 118,2 , Minneapolis 126,3 , Columbus 69,7 Indianapolis 57,1 , Kansas City 50,5 , St Louis 49,9 .
Il che ci mostra come le quantità siano davvero notevoli per delle pianure persino alle latitudini più a sud, cioè con inverni meno freddi.
Nella parte sud est degli USA, malgrado la grande mitezza dell’inverno (per lo più tra 3 e 13 gradi la media di gennaio escludendo la Florida), accade che vi siano irruzioni di fredda tale da portarvi anche la neve, sempre a causa della mancanza di catene montuose che fungano da barriere a nord. Le quantità medie di neve annue sono:
Charlotte 14,1, Atlanta 5,1, Memphis 13,9, Oklahoma City 23,6, Dallas 6,7, Jacksonville (tracce), New Orleans 0,4, Houston 1,0, San Antonio 1,8 .
Non dovrebbe stupire la poca neve che cade, al limite è il contrario che dovrebbe farci riflettere, perché malgrado la mitezza invernale, la neve si fa vedere persino qui. Neanche le zone che si affacciano al Golfo del Messico ne sono sottratte totalmente, occasionalmente la stessa Florida.
Rispetto all’Est degli Stati Uniti, l’Ovest che si affaccia all’Oceano Pacifico ha un inverno decisamente più mite; si passa infatti dalle varie tonalità del clima mediterraneo a sud-ovest degli USA fino al clima quasi oceanico al nord-ovest (le medie di gennaio oscillano tra 3 e 14 gradi sulle coste del Pacifico).
La semi-aridità che si fa sentire all’interno, nell’enorme blocco delle montagne Rocciose, fa abbassare i quantitativi nevosi sugli altipiani per effetto dell’ombra pluviometrica, ma nelle catene più esposte alle perturbazioni a ovest, vicine al Pacifico, gli accumuli possono risultare enormi, sia nella catena delle Cascate che in quella della Sierra Nevada.
Quindi, si registrano in media solo tracce di neve nelle miti San Francisco, Los Angeles, San Diego, e nella più interna ma desertica Phoenix. Las Vegas all’interno in altura, ma arida, segna 3,1 cm; El Paso più alta ancora segna solo 14,0 cm; invece sulle coste del Pacifico a nord vicino al confine canadese Seattle segna 18,5 cm; e Denver sulle montagne del Colorado a 1610 mt, ma esposta ad est, registra solo 153,1 cm in media all’anno (continentalità abbinata alla semi-aridità).
A livello della distribuzione mensile della neve, non c’è molto da segnalare, tranne la lunga estensione del periodo nevoso rispetto a quello che si potrebbe pensare. Spesso gennaio è il mese più nevoso tranne che nelle montagne alte o nelle zone più continentali dove si crea quel minimo relativo in pieno inverno.
In conclusione, si può dire che gli Stati Uniti, e precisamente le pianure dell’interno e le zone dell’est, hanno buoni quantitativi rispetto alla loro latitudini, facendo soprattutto il confronto con l’Europa e l’Asia: l’Europa per la corrente calda del Golfo che rende più mite il suo inverno; e l’Asia per la sua lontananza dalle perturbazioni nella stagione invernale. Invece le coste e pianure della parte ovest degli USA, hanno spesso inverni troppo miti per poter reggere il confronto con le zone dell’Est del paese ed avere frequentemente la neve.
Abbiamo tralasciato per il momento, l’Alaska, i dettagli per le montagne, e le zone più nevose vicine al Canada nell’estremo nord-est.