Da un confronto tra la periferia nord di Reggio Emilia, la periferia meridionale e Albinea, dieci Km più a sud, nella fascia pedecollinare, emerge con chiarezza una crescente nevosità procedendo verso sud, cioè in direzione della fascia collinare: nel periodo dal ’75-76 all’ultima stagione invernale (’03-’04) la media annua degli accumuli nevosi è stata di 49 cm ad Albinea e di 27 nella zona nord dell’area urbana di Reggio Emilia.
Il dato non deve stupire in quanto la nevosità media annua della pianura reggiana cresce rapidamente procedendo dal Po verso i rilievi dell’Appennino, segno evidente dell’incidenza, in questa zona, delle nevicate da stau appenninico per correnti da nord-est.
Anche l’inverno appena trascorso, durante il quale la maggior parte delle precipitazioni nevose si è manifestata con situazioni da stau, ha confermato questa tendenza: 128 cm accumulati ad Albinea e 65 mediamente, nell’area urbana di Reggio Emilia.
Analizzando per diversi anni singoli eventi nevosi, ho constatato come le maggiori differenze si verifichino in occasione di nevicate da stau appenninico o in condizioni di temperatura al limite tra la neve e la pioggia, mentre la differenza si riduce o si annulla nei casi di nevicate da avvezione calda o quando le temperature sono sotto lo zero su tutta l’area.
La fascia di pianura prossima ai rilievi, con tempo perturbato, presenta quasi sempre una temperatura più bassa e maggiori precipitazioni rispetto alle arre più settentrionali, tuttavia al verificarsi di nevicate da avvezione calda (più rare), il fenomeno è meno rilevante.
Con temperature superiori allo zero, poche decine di metri di quota possono essere determinanti; qualche decimo di grado può fare la differenza tra una precipitazione nevosa che si accumula al suolo e una non misurabile; non sono rari eventi nevosi che producono accumuli di alcuni centimetri ad Albinea, mentre nevica senza accumulo o addirittura piove in città.
Un episodio veramente singolare si è verificato proprio nella stagione appena conclusa (2003-2004): la mattina del 19 gennaio chi si è trovato ad attraversare la città da sud verso nord trovava le macchine sgombra neve in azione nei quartieri meridionali, mentre procedendo verso nord, non vi era più traccia di neve nemmeno sui tetti, il tutto a distanza di pochi isolati!
Queste condizioni possono verificarsi in modo più o meno evidente, è comunque raro riscontrare, in questi casi, nelle campagne a nord della città, accumuli maggiori che nell’area urbana, ciò lascia supporre una scarsa rilevanza dell’isola di calore urbana sulla distribuzione degli accumuli.
Alla luce di queste osservazioni, possiamo quindi concludere che le ricorrenti differenze di accumulo tra pedecollina e pianura, e tra periferia sud e periferia nord è dovuta a cause geografiche (altitudine e vicinanza ai rilievi), mentre risulta trascurabile l’effetto dell’isola di calore urbana.
Bibliografia e fonti di dati:
Archivio dati personale Albinea-Fola
Archivio dati Giorgio Galeotti V. Ortolane
Geo Litta
Venti anni di tempo
Il tempo che ha fatto a Reggio Emilia giorno per giorno nel ventennio 1978-1997