Era il 22 maggio 2007. Dopo un inverno anomalo ed una primavera altrettanto anomala, che ha esordito con temperature al di sopra della media stagionale, proprio una settimana fa è sopraggiunto un ultimo colpo di coda di un timido inverno.
Succede quasi ogni anno: sono i cosiddetti “Eismänner” in tedesco, “I trei Omegn de giacia” in fassano, ovvero i tre uomini di ghiaccio tradotto letteralmente. In pratica un detto popolare, diffuso non solo qui in Val di Fassa, ma anche in gran parte dell’arco alpino, persino in Baviera, parla di tre giorni di maggio particolarmente freddi che cadono proprio tra il 12 ed il 14 maggio in coincidenza dei Santi Pancrazio, Servazio e Bonifazio.
Quindi neve fino in fondovalle, fino a 1.200 m, dopo che solo pochi giorni prima si erano superati +22°C fino a 1.400 m. Lo spettacolo il giorno successivo è stato sublime: forte contrasto tra la neve su quote medie ed i prati già verdi in avanzato stato di fioritura.
Sono seguite subito dopo alcune giornate di stampo settembrino: cielo limpido, aria tersa, azzurro turchese ed eccellente visibilità. I tramonti, specie sui passi, sono stati superbi. Le temperature sono aumentate nuovamente, con zero termico che raggiungeva quasi i 4.000 m. Da due giorni però il clima è nuovamente cambiato. Il forte aumento termico e l’infiltrazione di aria umida hanno già sviluppato i primi cumuli termoconvettivi. Imponenti nubi a sviluppo verticale che sfociano in rovesci e temporali. Un piccolo aiuto alle carenze idriche. Ma anche il tempo a prima vista cupo e grigio sa regalare emozioni e spettacolo, grazie all’infiltrazione dei raggi solari durante le precipitazioni, creando spettacolari arcobaleni nei cieli della Val di Fassa. Le immagini parlano da sole … e pensare che tutto questo è successo in una sola settimana.
Come non amare ancora di più la montagna, le Dolomiti, la meteo.