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La “leggenda” di Greenland

di Giovanni Staiano
27 Nov 2007 - 13:07
in Senza categoria
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Navigazione tra gli iceberg. Foto di Giuseppe Pompili, per gentile concessione di www.paesieimmagini.it.
La storia di Eric il Rosso la conoscono oramai tutti gli appassionati di meteorologia, soprattutto di climatologia storica.

Fuggito dall’Islanda, Eric riuscì a scoprire questa grande Isola, ribattezzandola “terra verde” (“Green – land”) e portando poi numerosi coloni a prendere possesso delle sue coste meridionali.

La questione è controversa: la colonizzazione della parte inferiore della Groenlandia, da parte dei Vichinghi, in epoca medievale, è indubbia, non viene assolutamente messa in discussione, grazie ai reperti ritrovati, e, addirittura, le battute di pesca al merluzzo spinsero tale popolo fino alle coste settentrionali dell’America.

Ma che clima trovarono i popoli scandinavi su questi territori?

I sostenitori dell’Effetto Serra di origine antropica portano avanti alcuni argomenti che metterebbero in forte dubbio un riscaldamento medievale tale da essere paragonato a quello dei giorni nostri.

Eric il Rosso, anzitutto, era un “avventuriero”, con grossi guai con la giustizia.

Dovette scappare dalla Norvegia per l’assassinio del padre, e, in seguito, fuggire anche dall’Islanda, dove era esiliato, per altri motivi non dissimili, per cui vedeva di buon occhio la scoperta di una nuova Terra dove potesse rifarsi una vita e “comandare” a proprio piacimento.

Seguì la rotta percorsa cento anni prima da un navigatore, che aveva parlato di questa grande Isola, e, una volta scoperta, l’avrebbe ribattezzata “Terra Verde” onde attirare più facilmente dei seguaci per poterla colonizzare.

Avrebbe quindi utilizzato solo un lembo di terra marginale, mentre i ghiacci avrebbero dominato altrove, sul territorio, rendendo la vita molto difficile a questo manipolo di coloni, presto sopraffatti dal freddo, dalle intemperie e dall’isolamento con la Madre Patria.

Le temperature elevate che si registrano attualmente in Groenlandia non sarebbero dunque minimamente paragonabili a quelle raggiunte nel corso dell’Optimum Medievale, quando furono sensibilmente più basse di adesso, sfuggendo dunque ad un’oscillazione naturale che può essere interpretata solo come l’influenza antropica sul clima della Terra.

In realtà possono essere esposte alcune controargomentazioni.

I Vichinghi non erano stupidi, presero possesso di questa Terra ricca di pesce, ma anche di possibilità di coltivazione ed allevamento del bestiame.

Non si capirebbe dunque il motivo per il quale le colonie prosperarono per alcuni secoli, all’incirca tra il Mille ed il Milletrecento.

I Vichinghi dovevano usare legna da bruciare ogni giorno, per cucinare, e, soprattutto, per riscaldarsi durante il gelido inverno groenlandese, e per costruire nuove case, la cosa non sarebbe stata possibile se non vi fossero state foreste nei dintorni.

L’esame delle carote di ghiaccio estratte dai ghiacciai groenlandesi, confermano la presenza di un periodo di caldo di numerosi secoli, dal ‘600 dopo Cristo fino a circa il 1100, quando si toccò l’apice del caldo, prima di un progressivo peggioramento delle condizioni del tempo.

Prosperava anche l’allevamento del bestiame.

Nel momento culminante, ovverosia nel XII Secolo circa, c’erano in Groenlandia oltre 190 fattorie, con tremila abitanti, i quali pagavano regolarmente il loro tributo in decime a San Pietro con ossa di tricheco.

Infatti la Groenlandia divenne sede vescovile nel 1126, con sede a Gardar.

Fu con il raffreddamento del clima successivo che la vita si fece difficile, con il crescere soprattutto dei ghiacci marini, che impediva la navigazione, ostacolando la pesca ed i rapporti commerciali con la Madre Patria.

Nel 1480, il Papa, preoccupatissimo perché da decenni non si avevano notizie, fece organizzare una spedizione in Groenlandia, non trovando però più nessuno.

Sarebbe interessante, negli archivi Vaticani, ritrovare, se esistono ancora, i documenti relativi al pagamento delle decime da parte dei coloni groenlandesi, per valutarne la quantità, ed il tipo di merci date alla Chiesa.

Se ne potrebbero trarre delle interessati deduzioni anche a carattere climatologico, per vedere se veramente il clima medievale fosse più caldo di quello attuale, come alcuni indizi sembrerebbero confermare (anche se, come detto, molti scienziati lo negano).

Si consiglia la lettura di:
Il clima della Groenlandia
www.meteogiornale.it/news/read.php?id=7594
www.meteogiornale.it/news/read.php?id=7605

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