Non è certo facile, con tanti mesi di anticipo, formulare una previsione su quello che potrà essere l’andamento del prossimo inverno sulla nostra Penisola.
Eppure, la stagione invernale è la più attesa da tantissimi meteofili e non, basti pensare agli operatori turistici delle zone montane, ma anche alle aziende di trasporto pubblico, agli addetti alla manutenzione delle strade, ecc.
Ma fare una previsione stagionale non è cosa semplice, anche se iniziano a comparire i primi modelli sperimentali che basano le loro previsioni sull’andamento delle correnti e delle temperature oceaniche.
Esse sono molto stabili nel tempo, e prevedibili con una certa facilità anche a distanza di mesi.
Si suppone che le grandi masse oceaniche possano influenzare anche temperature e precipitazioni di vaste zone continentali, e qui ricorre anche un procedimento statistico che collega determinati parametri oceanici a situazioni di caldo, freddo, siccità o inondazioni di certe zone della terraferma.
Esistono diversi modelli che simulano le condizioni atmosferiche a lunghissimo termine basandosi su tali premesse.
Uno dei modelli che meglio conosciamo è quello NCEP, una specie di prolungamento delle GFS su scala stagionale.
Tale modello insiste oramai da vari run su di un inverno europeo molto rigido, in particolare il mese di Dicembre, interessato da frequenti discese di aria fredda proveniente dall’Europa Nord Orientale e dalla Russia europea settentrionale.
E’ forse il modello più attendibile, caratterizzato da una percentuale di successi del 65-70%.
Al contrario, le previsioni dell’IRI (International Research Institute for climate and society), basate sull’elaborazione di una previsione media su più modelli, preannunciano un inverno molto caldo, proprio sull’Europa e sul Mediterraneo, anche se con precipitazioni nella norma.
Bisogna ricordare che le mappe di previsione oceanica annunciano l’arrivo di El Nino nell’emisfero meridionale, una condizione che è raramente associata ad inverni rigidi sulla nostra Penisola, anche se si tratterà di un episodio molto debole, e forse non avrà influenza sull’area mediterranea.
Infatti solo gli episodi fortissimi di El Nino, sono in grado di provocare effetti disastrosi ed insoliti a livello planetario, altrimenti la loro influenza si limita ai luoghi limitrofi al fenomeno.
Il modello molto complesso NSIPP della NASA, preannuncia un inverno mite su gran parte dell’Europa, Mediterraneo centrale compreso, grazie allo stabilirsi di una zona anticiclonica in quota con centri sulle Alpi ed a nord della Norvegia.
L’inverno apparirebbe invece molto freddo sulla Russia europea, interessata da frequenti discese artiche, e sul grande freddo in questa zona sembrano convergere molte previsioni modellistiche.
Insomma, come si vede, la previsione della prossima stagione invernale sull’Italia appare veramente complessa, e passibile di cambiamenti anche sostanziali nei prossimi run.
Il modello NCEP, il più attendibile in questo genere di previsioni, sostiene fortemente la possibilità di una stagione invernale in arrivo molto rigida, fatto che si accorderebbe con una tendenza climatica europea sempre più marcata verso la continentalità, negli ultimi anni.
Ma altri modelli si accorderebbero invece verso una stagione più mite, dipendente dalla presenza di El Nino, in base all’assunto secondo il quale non ci sarebbero inverni freddi sull’Italia quando è presente questo fenomeno sul Pacifico Equatoriale.
Solo il tempo dirà quale di queste due ipotesi sarà la più veritiera.