L’estensione dei ghiacci dell’Artico sta registrando livelli molto vicini al minimo assoluto registrato nel 2007: non a caso, come già accaduto in quell'”annus horribilis”, si è aperta la rotta del cosiddetto “Passaggio a Nord-Ovest”, di solito sempre coperta dai ghiacci perenni e quindi totalmente impossibile per la navigazione. La conferma è giunta da qualche settimana sulla base delle immagini registrate dall’Agenzia Spaziale Europea, che già alla metà di agosto avevano mostrato l’apertura del Passaggio a Nord-Est, ma quest’ultimo è divenuto un evento ormai ricorrente.
La rotta del Passaggio a Nord-Ovest sulla calotta artica, attraverso l’arcipelago settentrionale del Canada, risulta essere la più privilegiata per il transito dall’Atlantico verso il Pacifico. In questo momento diventa così attraversabile tutto un percorso, il quale risulta potenzialmente molto conveniente per il traffico delle navi, poiché consente di abbreviare di circa 4000 chilometri tutto quel tragitto che è di solito necessario compiere per passare dall’Atlantico al Pacifico attraverso il Canale di Panama.
Il drastico riscaldamento climatico in sede artica sembra davvero giungere ad un punto di non ritorno: a prescindere dall’effettivo raggiungimento del nuovo minimo assoluto di estensione dei ghiacci, le analisi degli ultimi anni confermano come ci si trova ormai in una fase in cui il ghiaccio estivo si riduce su livelli sostanzialmente molto maggiori rispetto a prima, anche se ricordiamo come è solamente da 30 anni che i satelliti osservano l’Artico e seguono lo scioglimento dei ghiacci.
DISPUTA POLITICA tra gli USA ed il Canada Dato l’apertura del canale, si ripropone quella che è una diatriba di lungo corso che contrappone due grandi potenze mondiali: il Canada ritiene infatti che quei tratti di mare, ora liberi dal ghiaccio, facciano parte delle proprie acque territoriali, mentre gli USA ritengono che si debba considerare questo Passaggio a Nord-Ovest come acque internazionali.