E’ passato un po’ di tempo, ma chi ha vissuto gli anni ’80-’90 probabilmente avrà un ricordo indelebile di quel che accadeva puntualmente a ridosso del Ferragosto.
L’Estate, che fino a quel momento era stata splendida, cedeva il passo ai primi cenni d’autunno. Da ovest, dall’Oceano Atlantico, arrivavano le perturbazioni o comunque i primi sbuffi d’aria fresca. Si scatenava l’instabilità, quindi i temporali, che ornavano dapprima i rilievi poi le aree circostanti e localmente pianure e aree costiere. Generalmente s’iniziava dal Nord, si proseguiva con le regioni centrali ed infine Sud e Isole Maggiori.
Diciamo anche un’altra cosa. Che l’Estate non era eccessivamente calda, per nulla rovente, se non per qualche giorno. Ciò perché c’era l’Anticiclone delle Azzorre, che dominava in lungo e in largo per un intero trimestre. Col passare degli anni, vuoi per il riscaldamento globale vuoi per una ciclicità climatica innegabile, è subentrato l’Anticiclone Africano. Con lui l’aria rovente, o meglio, le Estati roventi che tutt’ora continuano a farci soffrire terribilmente.
Quest’anno però le cose vanno diversamente. Al momento le sfuriate sahariana si contano sulle dita di una mano. Ora avremo probabilmente un periodi di maggiore stabilità atmosferica, con caldo localmente intenso, ma quanto durerà? Chissà, i modelli matematici di previsione sembrano fiutare qualcosa di importante attorno ai 10-12 di Agosto, ovvero a ridosso del Ferragosto. Forse qualche giorno prima, forse qualche giorno dopo. Chiaramente non si può minimamente dar cenno di tempistiche, perché sarebbe scorretto e non professionale.
A ben vedere ci sono segnali di un cedimento dell’Alta Pressione, a partire da nord-nordest con successiva estensione verso sud. Magari non sarà un smantellamento, più probabilmente si tratterebbe di un indebolimento che potrebbe condurre a un generale abbassamento delle temperature e al ritorno dell’instabilità temporalesca.
E’ prematuro parlarne, lo sappiamo bene, tuttavia sembra proprio che quest’anno le cose siano destinate ad andare diversamente. E’ un’Estate particolare, per certi verso estrema tanto in Italia quanto nel resto d’Europa. Pertanto non dovremo stupirci se invece che un semplice indebolimento anticiclonico si manifesterà una vera e propria crisi stagionale. Magari avremo una chiusura anticipata della bella stagione, magari no.
Ma alla fin dei conti quel che conta (scusate il gioco di parole) è che l’Estate del 2018 non verrà certa ricordata per il caldo atroce persistente.