A volte viene da chiedersi se l’intenzione degli studiosi sia quello di confonderci le idee. Recentemente – ne abbiamo parlato nell’articolo che trovate correlato a questo – s’era detto che secondo una nuova ipotesi la Corrente del Golfo avrebbe accelerato. Oggi, invece, una nuova ricerca dell’Università di Washington sostiene quanto abbiamo sempre saputo: la Corrente del Golfo sta rallentando.
Ma sapete qual è il fatto sorprendente? E’ che il rallentamento non deriverebbe da conseguenze catastrofiche legate alla fusione dell’Artico. La causa, a quanto pare, potrebbe essere un’altra. Secondo il team di ricerca, il raffreddamento dell’Atlantico non non avviene coi ritmi fantascientifici visto nei film, tutt’altro. Il rallentamento della Corrente del Golfo sta avvenendo a un ritmo molto lento.
Lo studio, pubblicato recentemente sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters, riferisce di un chiaro rallentamento dal 2004. Per arrivare a questa conclusione, sono stati utilizzati dati satellitari e sensori situati al largo delle coste di Miami. Il lavoro conferma quello che si sospettava da tempo, ovvero che questo rallentamento non è legato alla salinità perché anche se è aumentato la quantità d’acqua proveniente dalla fusione del ghiaccio artico, le acque superficiali della zone starebbero diventando più salate (quindi più dense) a causa delle minori precipitazioni.
Ciò significa che la causa del rallentamento sarebbe un’altra e qui c’è davvero da sorprendersi. Secondo gli autori dello studio vi sarebbe una connessione con una corrente che agisce attorno alla punta meridionale dell’Africa. Si tratta della Corrente di Agulhas, ovvero di quel flusso che trasporta l’acqua calda dall’Oceano Indiano verso sud, lungo le coste indiane del Mozambico e del Sud Africa. Una volta giunta nel tratto che separa l’Oceano Atlantico da quello Indiano, inverte la propria rotta.
Secondo la ricerca vi sarebbero stati dei cambiamenti inerenti la quantità di calore trasportata dal flusso di ritorno. I cambiamenti atmosferici generati avrebbero ripercussioni su entrambe le circolazioni simultaneamente. Si tratta di una scoperta ch avrebbe ripercussioni importanti per i climi dell’Europa e degli Stati Uniti orientali. Non solo. Ci aiuterà a capire meglio come gli oceani del mondo trasportano il calore dai tropici ai poli.