L’uragano Katrina sta facendo un notevole “west shift” nel suo passaggio sul Golfo del Messico ed è atteso il raggiungimento della pericolosa categoria 4 prima del “landfall”, probabilmente lunedì pomeriggio, tra Mississippi e Louisiana, secondo le previsioni del National Hurricane Center.
La categoria 4 della scala Saffir-Simpson indica pericolosi venti sostenuti tra 131 e 155 miglia orarie (210-249 km/h) in grado di creare ondate tra 4 e 5 metri. Una tempesta di questo genere è in grado di danneggiare massicciamente gli edifici e di distruggere le case mobili, come pure di alluvionare le regioni al di sotto dei 3 metri sopra il livello del mare entro 9-10 km nell’entroterra.
La tempesta era ancora di categoria 2 alle 18 GMT di venerdì 26 agosto, quando era centrata a 24,8°N 82,9°W, accompagnata da venti sostenuti fino a 95 miglia orarie. Il bollettino NHC di venerdì sera prevedeva per sabato un rinforzo, con il transito di Katrina sulle calde acque del Golfo del Messico, ma ancora nell’ambito della categoria 2, con vento sostenuto, alle 18 GMT del giorno prefestivo, fino a poco meno di 110 miglia orarie (occhio centrato a 24,9°N 83,9°W), con il raggiungimento della categoria 3 nelle 12 ore seguenti, con vento sostenuto fino a 100 nodi (115 miglia orarie, oltre 180 km/h) alle 6 GMT di domenica. Lunedì 29 agosto alle 18 GMT, l’NHC vede, nel bollettino emesso venerdì, Katrina porsi con il suo occhio a 30,0°N 88,5°W, ormai a breve distanza dalla costa, già sottoposta agli effetti dell’uragano, in prossimità di Biloxi (Mississppi).
Katrina ha colpito la costa orientale della Florida nella sera di giovedì, ora locale, come uragano di categoria 1. Ha poi attraversato da est a ovest il sud della Florida, allagando strade e strutture abitative e produttive, abbattendo alberi, lasciando oltre un milione di persone senza corrente elettrica e almeno 6 vittime dietro di se. Quattro i morti nella Broward County per incidenti dovuti ad alberi caduti. Un uomo è stato recuperato morto da una barca scaraventata su una piccola isola presso Dinner Kay Marina, mentre la sesta vittima è ancora un uomo trovato morto in una “houseboat” scoperchiata dalla furia degli elementi.
Le isole Keys, che non sono state evacuate, sono state battute per tutto venerdì da pioggia battente e venti molto forti. 245 i millimetri registrati sulle 24 ore a Key West, con vento sostenuto fino a 98 km/h e raffiche fino a quasi 120 km/h, 184 mm a Marathon. Pioggia molto intensa anche sulla costa orientale, a sud di Miami (nella metropoli solo 19 mm in 24 ore), come a Homestaed (76 mm).
La conta dei danni parla, al momento, di un valore compreso tra 600 e 2000 milioni di dollari. In Florida al culmine della tempesta 1,4 milioni di utenti erano senza energia elettrica. Il 90% dovrebbero riavere il servizio entro martedì, ma nelle aree più colpite alcuni potrebbero dover attendere fino a una settimana.
In anticipazione del possibile “landfall” di lunedì, i governatori di Mississippi e Louisiana hanno dichiarato già venerdì 26 agosto lo stato di emergenza. Preoccupano le possibili conseguenze su New Orleans, città che in gran parte è situata al di sotto del livello del mare.
L’evacuazione dei turisti lungo la costa dovrebbe cominciare sabato pomeriggio, seguita da quella dei residenti domenica.
L’ultima volta che Mississippi e Louisiana hanno visto il “landfall” di una tempesta classificata alla categoria 4, o più, fu nell’Agosto 1969, quando l’uragano Camille devastò le regioni costiere con venti a oltre 155 miglia orarie (246 km/h), uccidendo 143 persone.
Nel Golfo del Messico, sei compagnie petrolifere hanno evcuato almeno 150 persone dalle piattaforme. Tuttavia, per ora è stato evacuato, in quasi tutte le piattaforme, solo il personale “non essenziale” alla produzione, che al momento non è stata interrotta. Solo 12 piattaforme, sulle 953 operanti, sono state evacuate completamente, interrompendo la produzione.