Indubbiamente stiamo parlando di possibilità che, stanti le attuali frequentazioni, sembrano essere “appena accennate”. Così come prospettato da tale modello, per altro non isolato in tale visione, così ve lo esponiamo.
A ridosso della prima decade del mese di febbraio si dovrebbe isolare nel comparto russo una reiterata circolazione molto fredda del VP. Un nucleo d’aria di origini artiche che potrebbe ricreare le condizioni di “grande gelo” sul nord est del nostro Continente. Una sorta di secondo e “feroce attacco freddo” che potrebbe coinvolgere anche la nostra Penisola.
Dopo il passaggio del nucleo depressionario, in transito dalla Penisola iberica e verso il Mediterraneo orientale, con possibile recrudescenza delle condizioni di cattivo tempo sulle nostre regioni meridionali, si dovrebbe assistere ad una pausa anticiclonica accompagnata da un rialzo termico. Si chiude, quindi, qui il primo capitolo “freddo”.
Già a far data dei primi giorni del mese entrante dovrebbe riproporsi una circolazione globale che vedrebbe l’HP delle Azzorre spingersi in una presa dinamica verso la Penisola Scandinava , mentre nel settore nord orientale dovrebbe proporre una circolazione depressionaria molto fredda. C’è un elemento che differenzia questa “ipotesi” futura da quella trascorsa. Al momento il determinismo dei modelli non vede una netta opposizione del vortice canadese. Di conseguenza risulterebbe molto più agevole l’azione di erosione da parte dell’aria fredda, nei confronti della dorsale dell’anticiclone esposta a est nord est e una più chiara rimonta dinamica dell’Hp oceanico lungo i meridiani. Teoricamente l’aria fredda non dovrebbe fare dei “passaggi” molto articolati per giungere sulla nostra Penisola, ma presentarsi con chiare correnti nord orientali sul bacino centrale del Mediterraneo evitando “pericolosi” west-shift.
Attendiamo quindi ulteriore conferme per dipanare questa seconda “gelida avvezione”, onde definire meglio gli effetti.
Sarà un secondo “bolide artico?”