Spesso è capitato di trattare l’argomento relativo all’intensa attività vulcanica dell’Islanda. Argomento che torna d’attualità perché nei giorni scorsi è iniziato uno sciame sismico piuttosto pronunciato nell’area del vulcano Askja. Pensate, in meno di una settimana sono state registrate oltre 1000 scosse!
Stiamo parlando di un vulcano caldera, situato nella fascia vulcanica orientale dell’Islanda. Il vulcano divenne famoso durante la grande eruzione del 29 marzo 1875. La cenere e le polveri di quell’eruzione furono trasportate dal vento in Scandinavia e persino nell’Europa centrale. L’ultima eruzione di Askja risale al 1961, ma fu di dimensioni piuttosto ridotte rispetto a quella del 1875.
Lo sciame sismico è iniziato il 6 novembre, lungo il fianco orientale del vulcano. Inizialmente con poche scosse, ma col passare dei giorni è cresciuto il numero ed è cresciuta la magnitudo. Finora sono stati registrati due terremoti di magnitudo superiore a 3 (precisamente 3,4 la più intensa). Il dato impressionante, oltre alle 1000 scosse in meno di una settimana, è rappresentato da oltre 400 in soli 2 giorni!
Finora lo sciame sismico sembrerebbe di natura tettonica, ma uno sciame sismico tettonico prolungato potrebbe tramutarsi improvvisamente in magmatico e innescare un’eruzione. Un fenomeno che capita solitamente se il vulcano è abbastanza instabile, Askja lo è. Quindi il rischio eruzione c’è.
Vulcanologi e sismologi stanno monitorando costantemente la situazione e per il momento pare non ci sia alcun segnale di imminente eruzione. Ma la situazione, lo dicono gli stessi studiosi, potrebbe cambiare improvvisamente. Cosa accadrebbe se l’eruzione dovesse verificarsi? Se Askja dovesse eruttare da qui a una settimana la nuvola di cenere – in base alla direzione del Jet Stream – potrebbe giungere sull’Europa occidentale, centrale e in Scandinavia. Ovviamente un evento di questo genere potrebbe mettere a repentaglio il traffico aereo.