Abbiamo spesso sottolineato come il meteo di questa prima parte di dicembre sia tutto fuorché invernale, ma ciò è vero soprattutto se guardiamo alla configurazione barica dominante, che vede un anomalo anticiclone ormai da quasi 15 giorni stabilmente proteso su tutta la parte centrale e meridionale del continente europeo. A livello barico, ovvero di disposizione delle alte e basse pressioni al suolo e in quota, siamo in una situazione più simile a quella che ci dovrebbe essere in estate piuttosto che in inverno. Abbiamo denominato questa situazione “Non Inverno”.
Ma diversi lettori ci hanno contestato questo appellativo, e non del tutto a torto. Sì, perché se è indubbio che la situazione barica sia anomala, questa anomalia si riflette soprattutto in montagna e nella mancanza di precipitazioni, mentre il freddo si sta via via accumulando negli strati bassi atmosferici, non solo in Val Padana ma ormai anche in molte zone peninsulari e insulari ed anche lungo le coste, fornendo quindi una percezione piena di inverno.
E’ bastato che l’anticiclone subisse un lieve cedimento e un po’ di infiltrazioni di aria più umida nei bassi strati, affinché le temperature scendessero di parecchi gradi, arrivando a gelate anche lungo diversi tratti costieri o prossimi ad essi.
Negli ultimi giorni abbiamo infatti assistito ad un netto calo delle temperature minime, che hanno raggiunto valori sotto la media stagionale di riferimento.
In Sardegna, ad esempio, le temperature minime delle ultime notti sono 4/5°C inferiori a quelle normali. A Cagliari, Alghero e Olbia le temperature sono scese fino a 1/2°C, nelle valli interne si è arrivati fino a -10°C, con escursioni termiche diurne molto elevate. Ci sono state brinate in zone prossime al mare come Iglesias.
Anche le notti di Roma negli ultimi giorni si sono raffreddate, tanto da registrare gelate nella zona dell’Urbe e valori fino a 1/2°C in molte zone cittadine. Miti sono le temperature diurne, ma nel complesso negli ultimi quattro giorni si stanno registrando temperature medie giornaliere leggermente sotto la norma.
La stessa cosa accade più a nord, in Maremma, dove a Grosseto negli ultimi quattro giorni la media delle temperature minime è stata di 2,2°C, più a sud, dove a Grazzanise, nella piana casertana, è stata di 3,4°C.
Anche sul versante adriatico troviamo 0,8°C ad Ancona Falconara, 1,5°C a Pescara e 2,5°C a Foggia Amendola.
Fa molto freddo nelle valli alpine. A Vipiteno, 920 metri di quota in Alto Adige, da giorni la minima scende sotto i -10°C, a Bolzano la media minime degli ultimi 4 giorni è di -5,3°C, ad Aosta stanotte si è scesi a -6°C.
Ma allora tutto questo caldo dov’è? Il caldo, o quanto meno il clima assai mite, è avvertibile in tutte quelle zone non soggette alle inversioni termiche, a bassa quota le troviamo soprattutto lungo la costa ligure, nelle isole tirreniche e in alcuni tratti delle coste meridionali, zone in cui le temperature minime di questo dicembre sono stabilmente sopra i 10°C, ma soprattutto le anomalie più evidenti le troviamo in montagna, con la mancanza di neve e con temperature tra 5 e 7°C sopra le medie di riferimento.
La nuova pulsazione subtropicale in arrivo nei prossimi giorni dovrebbe portare ad un nuovo aumento delle minime nelle zone costiere peninsulari e insulari, mentre nelle valli interne e in Pianura Padana le notti continueranno ad essere fredde.
Tutto questo freddo nei bassi strati atmosferici è però ben poco salutare, perché lo strato di invesione termica dove l’aria è statica senza moti verticali, impedisce il dispersi degli inquinanti in atmosfera, aumentando sempre più la loro concentrazione nelle aree urbane e industriali. Ciò di cui ci sarebbe bisogno non è tanto del freddo, ma di una bella perturbazione rimescola-aria. Ma per ora non si vede all’orizzonte.