Un inverno che sembra doversi protrarre a lungo: questo si potrebbe dire alla luce delle odierne emissioni modellistiche, laddove i segnali si potevano intrevedere già i giorni scorsi.
Sembrerebbe proprio che la “legge della persistenza” in considerazione del fatto che all’atmosfera “costerebbe” spendere molta più energia per variare “le carte”, voglia farla da padrona.
Così come accade nel periodo estivo quando una fase calda si conclama ed afferma e quindi poi si può protrarre a lungo, anche questo inverno partito con un pò di ritardo e poi affermatosi a partire da circa la metà del mese scorso in maniera evidente con fenomeni nevosi notevolissimi al centro sud e gran freddo al nord, sembrerebbe prendere tale piega: fase fredda lunga e persistente.
A dire il vero è assai più raro avere una fase di freddo persistente che non una opposta (caldo persistente) alle nostre mediterranee latitudini, ma forse è anche vero che si era persa la memoria di inverni del passato che spesso avevano tali connotazioni.
Veniamo al dunque:
la fase di freddo avrà una temporanea pausa fra venerdì e sabato prossimi, dovuta ad una temporanea estensione dell’hp delle Azzorre in area mediterranea e alla ritirata verso nordest dell’hp russo; a seguire già domenica, l’anticiclone atlantico si slancerà nuovamente verso nord favorendo in tal modo tra il 14 febbraio e il 16 febbraio una nuova incursione del vortice polare in area mediterranea, che si paleserà con nuovo calo termico al nord con ingresso di venti di bora piuttosto intensi ma, al momento, sempre senza precipitazioni, e successivo più deciso interessamento delle regioni centro-meridionali (adriatiche in particolare probabilmente) ove oltre al calo termico potranno essere associati fenomeni nevosi fino a quote molto basse e forse anche pianeggianti e litoranee.
Una “passata” veloce cui seguirà una altrettanto temporanea fase anticiclonica: temporanea perché l’hp atlantico parrebbe avere sempre “nordiche velleità” ma questa volta assai più interessanti: infatti in questa successiva e seconda fase (grossomodo a partire dal giorno 19/20 febbraio), una nuova saccatura del vortice polare punterebbe l’area mediterranea ma, nel frattempo, l’anticiclone atlantico instaurerebbe un “proficuo” dialogo con l’anticlone russo, sempre presente in area settentrionale russa e che assumerebbe caratteristiche dinamiche, chiudendo un ponte alto pressorio dinamico ed esteso sui paralleli settentrionali europei passando per la Scandinavia.
In tal modo si isolerebbe un grosso cut-off a carattere freddo in area centro-meridionale europea tra il 21 e il 23 febbraio, con caratteristiche piuttosto persistenti e dai risvolti ancora tutti da scoprire in termini di annessa fenomenologia ma che, con tutta probabilità, potrebbe riguardare questa volta tutte le regioni della penisola e perdipiù con prevalenti precipitazioni nevose su tutto il centro nord.
Tale tendenza, oggi assai più rimarcata da tutte le emissioni modellistiche long range, si era già palesata i giorni precedenti dal modello GFS e sempre per le medesime date;
in ogni caso riguardo ad un’analisi a così lungo raggio, teniamo a precisare che occorrerà seguire costantemente l’evoluzione che i modelli proporranno, anche se appare abbastanza chiara la tendenza ad un proseguimento assai lungo della attuale fase fredda: l’inverno e il mese di febbraio, sostanzialmente, potrebbe chiudersi col “botto”.