Le condizioni meteo, in questa prima metà di dicembre, sono state movimentate. Rispecchiano quel che sta accadendo all’atmosfera, letteralmente in subbuglio.
E’ difficile, scusate il gioco di parole, semplificare un argomento così complesso. Ma proveremo a farlo, ricordandovi che uno degli attori principali è certamente il Vortice Polare. Stiamo parlando di una struttura ciclonica stazionante sul Circolo Artico, la cui attività può variare a seconda delle altitudini. Diciamo che a livello stratosferico (ovvero ad alta quota), è meno probabile che subisca disturbi e quando è poco disturbato si compatta trattenendo a sé il freddo.
Ma può succedere, come rammentato più volte, che dal basso (dalla troposfera) partano dei disturbi (impulsi di calore, sostenuti dalle principali strutture anticicloniche dell’emisfero nord ovvero l’Alta aleutinica, quella asiatica e quella delle Azzorre) in grado di destabilizzarlo. E’ ciò che è accaduto ultimamente ed è ciò che ha generato i vari impulsi artici a spasso per l’Europa.
Il disturbo è stato causato dall’Alta Pressione aleutinica, disturbo che sta rientrando e che consentirà al Vortice Polare stratosferico di riportarsi verso la sua sede naturale. Ma in questa fase transitoria potremmo assistere a un ritorno d’aria fredda dai quadranti orientali, cosa che pare assodata, e poi a un’altra irruzione artica consistente. Ma su quest’ultima ipotesi c’è da ragionare, non è ancora sicuro.
Piuttosto sarà interessante capire quel che accadrà successivamente, dovremo capire se il Vortice Polare – che sicuramente acquisterà forza – verrà nuovamente attaccato. Badate bene, se venisse attaccato di nuovo potrebbero verificarsi dinamiche propizie a un signor inverno. Ma se dovesse resistere, o se i disturbi troposferici non riuscissero a vincerne la resistenza, si rischierebbero persistenti periodi anticiclonici proprio nel cuore della stagione fredda.