Persiste nel Nord Emisfero una circolazione a tre grandi onde risonanti. Nella media troposfera troviamo ancora una prima onda anticiclonica sul Pacifico, poco ad ovest del continente americano, alimentata dal “compromesso” tra “forcing” orografico e “forcing” termico. Il primo è prodotto dall’impatto dei “westerlies” con la catena delle Montagne Rocciose, il secondo, dalla differenza di temperatura tra il caldo Oceano Pacifico e il gelido Nord America.
La graduale attenuazione delle configurazioni di blocco nell’intero emisfero, con il conseguente incremento nell’intensità del flusso zonale, non influirà sulla posizione di questa “onda di Rossby”, ma ne determinerà un graduale appiattimento. Conseguentemente, un’estesa banda di correnti occidentali perturbate attraverserà indisturbata il Pacifico orientale, portando temperature miti e copiose piogge sugli stati dell’ovest canadese e statunitense. In modo particolare, secondo le ultime proiezioni GFS, il maltempo dovrebbe accanirsi sulla California intorno al giorno 7 di questo mese.
Più avanti, lungo il flusso occidentale a 500 hPa, troviamo una vasta saccatura sul Nord America, apportatrice di freddo e di neve soprattutto negli stati centro-orientali. Questo centro d’azione è connesso ad un vasto complesso di vigorosi vortici freddi sub-polari sull’Arcipelago Canadese e nell’Artico a nord-est della Groenlandia, in fase d’estensione verso nord per l’ulteriore attenuazione di un vecchio blocco anticiclonico polare. Nei prossimi giorni si assisterà ad un vivace conflitto tra questa configurazione e il forte flusso occidentale che farà irruzione dal Pacifico.
La seconda onda risonante è temporaneamente e parzialmente scissa in due semionde, collocate ad ovest e ad est di un’area ciclonica isolatasi recentemente sull’Europa sud-occidentale. Si devono alla persistenza di questo modesto vortice ciclonico le frequenti e localmente copiose precipitazioni in atto da alcuni giorni sull’Italia centro-settentrionale. Il modello GFS prevede una radicale trasformazione della circolazione atmosferica atlantico-europea, sempre in risposta all’accentuazione del flusso zonale.
Col passare dei giorni l’onda risonante, piuttosto appiattita, si porterà sull’Europa. Sarà disturbata, verso sud da un residuo vortice ciclonico posizionato tra il Mediterraneo occidentale e l’Africa nord-occidentale, verso nord dal flusso occidentale perturbato, che porterà molta pioggia sulle Isole Britanniche e abbondanti nevicate su regioni finno-scandinave e Russia centro-settentrionale.
Il “forcing” orografico del Tibet continua ad alimentare una terza, poco pronunciata, onda risonante che, intorno al 6 dicembre, cercherà di realizzare un “meeting” con un debole blocco artico centrato sulla penisola siberiana di Tajmyr. Il tentativo sarà presto frustrato dal rinforzo delle correnti perturbate occidentali che causeranno bufere di neve nella Siberia meridionale e l’isolamento (“cut off”) del blocco artico, rinvigorito dal fugace “meeting”.
Più ad est, il rinforzo dei “westerlies” tende sempre di più a proiettare i vortici freddi d’origine siberiana verso l’Estremo Oriente e il vicino Oceano Pacifico, con ripetute invasioni di correnti gelide siberiane che raggiungeranno il Giappone, dove sono previste forti nevicate nel settore occidentale e settentrionale.
Il contrasto termico tra l’aria siberiana e quella calda del Pacifico sosterrà lo sviluppo baroclino e la conseguente attività ciclonica, convogliata verso est in una vasta circolazione depressionaria. Molto vivace risulterà l’inserimento in questa configurazione del tifone Nanmadol, che dopo aver sconvolto le Filippine, si trasformerà in una gigantesco ciclone extratropicale, foriero di forte maltempo sul Giappone intorno al 4 dicembre.