ARIA PIU’ FREDDA – L’Italia è attraversata da una circolazione di correnti nord-occidentali, che si inserisce fra una depressione con perno sulla Penisola Ellenica ed un promontorio anticiclonico proteso verso la Penisola Iberica ed il Mediterraneo Occidentale. In questo modo affluiscono così masse d’aria relativamente fredde, ma non certo gelide come quelle che si erano a tratti presentati nella prima parte del mese. Sono le regioni del Sud quelle più esposte ai riflessi instabili degli apporti d’aria fredda, mentre invece sulle regioni del Nord non si sono avuti sostanziali cambiamenti, in quanto godono del riparo posto dall’Arco Alpino (spruzzate di neve si sono continuate ad avere sulle aree di confine). La fase di calma atmosferica e la scarsa ventilazione hanno quindi favorito la persistenza di banchi di nebbia o nubi basse sulle pianure, anche nelle ore centrali del giorno, con inversioni termiche e temperature sempre piuttosto basse.
INSTABILE AL SUD – Il vivace flusso di correnti nord-occidentali ha determinato condizioni meteo turbolente su buona parte delle regioni meridionali, per effetto della vicinanza della depressione, slittata sulla Grecia. Rovesci sparsi hanno interessato il medio-basso versante Adriatico, soprattutto in prossimità dei litorali, per la discesa rapida di un impulso perturbato. Ancor più marcata si è rivelata essere l’instabilità lungo le regioni del basso versante tirrenico, dove si sono susseguiti di continuo rovesci e temporali provenienti dal mare: acquazzoni, accompagnati anche da grandine, si sono scaricati in particolare sul nord della Sicilia, con la neve sui maggiori rilievi solamente oltre i 1400-1500 metri. Tutta questa instabilità si è scatenata per effetto del forte gradiente termico fra la superficie del mare relativamente tiepida e l’aria fredda in scorrimento alle quote superiori dell’atmosferica, con isoterme prossime ai -30°C a 5500 metri di quota.