Le proiezioni modellistiche di ieri evidenziavano con notevole enfasi le piogge localmente molto intense attese su alcune aree del Triveneto ad inizio giornata, collegate al robusto ingresso della parte avanzata dell’intensa perturbazione d’origine nord-atlantica.
Tuttavia un simile evento di così imponente eccezionalità risulta scarsamente prevedibile, seppure precisissimi modelli tecnologici ad altissima risoluzione (elaborazioni Moloch di Isac-CNR) avessero individuato la possibilità di picchi precipitativi superiori ai 200 millimetri in 3 ore in tali ristrette aree della pianura veneta.
Stato di grandissima emergenza non solo su Mestre ma anche su gran parte dell’entroterra veneziano, con la protezione civile che fin da inizio giornata ha invitato i cittadini a non uscire dalle proprie abitazioni.
I dati rilevati dal servizio regionale Arpav mettono in evidenza gli ingenti accumuli delle primissime ore della giornata. Su Mestre sono caduti circa 180 millimetri solo in mattinata, ma su aree limitrofe vi sono stati picchi precipitativi anche superiori ai 250 millimetri. Tuttavia continuano a cadere piogge moderate o forti anche in queste ore, mentre scriviamo. Fenomenale anche la precipitazione avuta sull’aeroporto di Venezia Tessera, pari a ben 134 millimetri.
Va sottolineato che queste precipitazioni hanno causato notevoli danni poiché cadute in un lasso di tempo ristrettissimo di pochissime ore, con intensità oraria effettivamente registrata anche localmente superiore ai 100 litri per metro quadro.
La causa di una così forte manifestazione della natura è sempre complessa da ricercare. I fortissimi contrasti termici sono alla base dell’innesco di fenomenologia così violenta, ed in questo periodo possono verificarsi le condizioni maggiormente favorevoli.
La cellula temporalesca auto-rigenerante ha avuto l’importante contributo di aria più tiepida e umida marittima carica d’energia, risalita sotto forma di correnti sciroccali lungo tutto il mar Adriatico, richiamate dalla depressione al suolo posizionata sul mar Ligure.
Le piogge hanno colpito con veemenza anche altre zone dell’Italia settentrionale, seppure senza fenomeni di così straordinaria eccezionalità. In particolare le piogge più importanti si sono avute sulle zone prealpine lombarde, con quantitativi che isolatamente hanno raggiunto anche picchi fino a 100 millimetri.
E le piogge continuano anche in queste ore ad interessare non solo le aree già intensamente colpite. Forti temporali ccolpiscono infatti anche il Piemonte. Fenomeni temporaleschi in azione anche sulla Toscana, con una linea temporalesca presente a ridosso delle coste meridionali della Sardegna.
Nel frattempo, il drastico calo termico sta favorendo il rapido calo della quota neve lungo l’Arco Alpino, con accumuli di neve giunti attorno ai 1500 metri, quota davvero rilevante per il periodo. In precedenza, nella prima decade settembrina una violenta irruzione fredda aveva portato la neve anche a quote ben più basse.
Il calo termico sul nord si è propagato anche sulla pianura padana e Liguria, con valori compresi fra i 14 ed i 18 gradi. Solo sulle zone del basso Veneto e Friuli Venezia Giulia si sono comunque raggiunti valori intorno ai 20 gradi, mentre su alcune aree emiliane e romagnole, a causa di correnti di foehn in discesa dall’Appennino, si sono raggiunte punte di 25 gradi.
Non è solo il settentrione ad essere interessato dal maltempo, oltre in parte alla Toscana ed alla Sardegna, ma anche le estreme regioni meridionali risultano ancora coinvolte dall’azione in via di attenuazione dell’ormai datato vortice afro-mediterraneo, responsabile delle forti precipitazioni degli ultimi giorni.
Tuttavia, a dispetto delle previsioni, non si sono avute grosse precipitazioni nella prima parte della giornata odierna, con i dati più rilevanti fra Sicilia orientale, Calabria ionica e Salento. Piogge comunque in genere comprese intorno ai 20-30 mm nelle ultime 12 ore.
Il maltempo giunto al nord tenderà a propagarsi in maniera più intensa anche verso le regioni centrali tirreniche e la Sardegna, con effetti più diretti nella giornata di domani dovuti all’ulteriore affondo di un nucleo ciclonico in quota dal cuore assai freddo (isoterme inferiori ai -25°C a circa 5500 metri d’altezza), con geopotenziali molto bassi per il periodo, posizionato nei pressi dell’Arco Alpino occidentale.
Una configurazione barica dalle caratteristiche quasi invernali a fine settembre, con massiccia intrusione di masse d’aria artica dalle alte latitudini (l’isoterma 0°C a 1500 metri d’altezza si porterà fin sulla Francia meridionale, area Golfo del Leone), incentiva ulteriormente la probabilità di fenomenologia dalle caratteristiche localmente estreme, da non sottovalutare nemmeno per le prossime ore e la giornata di domani.