Durante una fase temperata, più calda, la pressione, nella sezione più a nord, è inferiore rispetto alle zone sottostanti e circostanti. Essa tende, attraverso un spinta antioraria a trattenersi nelle regioni artiche per cui tende ad attraversare il Polo rimanendo in qualche modo in loco.
Questa fase, a sua volta, può ridurre la quantità di aria fredda che si spingerebbe verso il Canada settentrionale e di conseguenza ne impedirebbe il relativo raffreddamento, impatto, riducendo, più a sud, la possibilità di formazioni di flussi freddi nella direzione della NAO che verrebbe a bloccarsi.
La fase fredda, ha un effetto e si palesa in maniera contraria:
Essa si manifesta attraverso un bilanciamento pressorio contrario a quella calda.
La pressione nella AO fredda, rispetto a quella calda, è maggiore nelle aree polari, quindi aiuta quello che in gergo viene definito come “cross-polar”.
Questo è il momento in cui l’aria artica, da notare bene che non si parla di aria polare, quindi certamente originante da latitudini più settentrionali e con un gradiente termico, sino alla quota di 500 hpa, nettamente inferiore all’aria polare, si porta dalla parte più settentrionale del settore più nord della Siberia, favorendo di conseguenza il flusso di “cross – over”.
Questa situazione vedrebbe delle massicce ondate di freddo verso l’America più settentrionale, che in seguito, si spingono sino alle coste orientali degli U.S.A.
Anche la fase della AO fredda può favorire lo sviluppo di un’onda dinamica, altropressoria, in corrispondenza della Groelandia e dei Paesi finnici, imprimendo alla NAO un situazione di blocco più o meno persistente nel tempo.
Situazione molto visibile durante l’inverno scorso, sempre alla quota di 500 hpa; la giusta quota per misurare, come parametro di riferimento, tale indice.
AO che si è mostrata pressoché stabilmente con valori negativi.
Al momento, visto questo consolidato rapporto pressorio tra indice AO e NAO, v’è una chiara incidenza del primo indice nei confronti del secondo che, misurano, quindi originano, delle configurazioni bariche ancora di blocco, e non solo di blocco alla “zonalità atlantica”, ma soprattutto alla naturale rimonta di un anticiclone di matrice basso mediterranea, HP che dovrebbe facilitare, quindi decretare, l’ingresso franco della stagione primaverile ormai, sul calendario, in fase di incipiente avanzamento.
L’anomalia, passata e presente, se così piace chiamarla o non chiamarla, non certo imputabile ad un’importante condizione “termica” rilevante, ma ad una distribuzione barica tra AO e NAO che non sembra, al momento voler assumere il giusto equilibrio relativo alla stagione presa in considerazione.