STRAVOLGIMENTO METEO SULL’EUROPA – E’ di tutta evidenza il cambio circolatorio che ha determinato il totale spodestamento di quell’anticiclone continentale in precedenza assoluto dominatore della scena sulle nazioni centro-settentrionali europee. Al posto dell’anticiclone si osserva ora un’ampia saccatura perturbata di matrice artica, con un fiume di correnti molto fredde in scorrimento sul comparto scandinavo (ciò ha provocato le prime precoci nevicate stagionali, di cui potete leggere in questo articolo maggiori dettagli). L’affondo della saccatura fredda in Europa è associata ad un ampio impulso perturbato proteso sulle nazioni centro-orientali del Continente. Un contesto meteo piuttosto vivace si osserva anche sul Mediterraneo: l’anticiclone nord-africano regge ancora (ma in ritirata) fra l’area libico-tunisia ed i mari più meridionali italiani, mentre si fa sempre più minacciosa l’area instabile situata fra la Penisola Iberica e le Baleari, in movimento verso levante.
CAMBIAMENTI IN ATTO SULL’ITALIA – Il nostro Paese si trova ancora sede di perenne scontro fra masse d’aria d’estrazione diversa, con un po’ di variabilità innescata dalla coda del sistema perturbato proteso sull’Europa Centro-Orientale . Al seguito del passaggio nuvoloso si sta aprendo la strada per l’afflusso di correnti più fresche verso il Nord-Est ed i settori del medio-alto adriatico. Sulle aree più esposte (Triveneto, Romagna e Marche) non mancano episodi temporaleschi dovuti ai contrasti innescati dall’aria più fresca, mentre prevale comunque il sole su gran parte del Settentrione come effetto combinato di una parziale rimonta anticiclonica dalla Francia e delle correnti più secche in caduta dalle Alpi. Le estreme regioni meridionali restano intanto sotto la bolla africana, che ha portato temperature ancora altissime molto rilevanti per la terza decade settembrina: punte fino a +38°C sull’est della Sicilia, +35°C in Calabria e +34°C sul cagliaritano.
MINACCIOSO PEGGIORAMENTO – Dobbiamo puntare lo sguardo verso ovest, poiché l’area ciclonica iberica avanza a piccoli passi e mostra un’attività ancora energica, alimentata dal contributo d’energia e calore latente a disposizione sul Mar Mediterraneo. L’instabilità è destinata ad aumentare già martedì a partire dalle Isole Maggiori, a seguire anche le Tirreniche.