In altri editoriali presentati recentemente, si è discusso più o meno scientificamente su cosa fosse o meno normale nel mese di ottobre. In fase di premessa v’è da dire che le opinioni in materia sono varie e talvolta diametralmente opposte, a conferma di una verità che forse ciascuno di noi cerca di costruire per soddisfare i propri desideri.
Chi ha familiarità con l’argomento e con l’osservazione quotidiana del tempo non potrà non ricordare quanto il tipo di clima che ci sta interessando fosse comune in ogni buon autunno degno di tal definizione. Fasi umide, miti e piovose rappresentavano la normalità in un percorso che dolcemente ci avrebbe traghettato verso il mese di novembre. Un mese nel quale si intravedevano le prime avvisaglie del futuro inverno.
In questi giorni sembra di rivivere un copione forse accantonato da così tanto tempo che la memoria storica stava andando perduta. Memoria che verrà rinfrescata con più forza nei prossimi giorni, quando probabilmente si assisterà ad un periodo piovoso su buona parte delle nostre regioni. Il tutto in un contesto termicamente piacevole ma magari disagevole per gli alti tassi di umidità relativa dell’aria.
Proprio l’altro ieri (si perdoni la divagazione) mi è capitato di parlare con delle persone di campagna che dall’evolversi del tempo traggono delle rapide informazioni sulla normalità oppure no del classico autunno. Ebbene sì, la stagione dei funghi è iniziata e mai come quest’anno (sempre a loro detta) la raccolta sta riservando piacevoli sorprese, come non se ne vedevano da anni. Vuoi per le fasi di freddo precoce che nel recente passato ne inibivano la normale crescita, vuoi per la mancanza del giusto tasso d’umidità o ancora per la siccità perdurante. Quest’anno le cose sembrano andare differentemente, sintomo di una stagione dai vecchi sapori.
Forse qualcuno potrebbero storcere il naso verso un esempio che apparentemente potrebbe avere poco a che fare con la normalità o meno di una stagione. Ma è bene ricordarsi che la natura è la prima a cogliere i segnali del cambiamento, sia esso positivo che negativo. Ed al di là degli esempi puramente “off topic”, ve ne sarebbero un’infinità contenuti negli archivi meteorologici. Basterebbe solo avere la pazienza e la voglia di scrutare tra i colori delle carte di previsione.
Ne deriverebbe un mese di ottobre tutto sommato in linea con l’andamento medio osservato nel corso dei decenni. Che poi ci siano delle eccezioni termiche sopra o sotto media, è un altro paio di maniche. Non stupiamoci pertanto se l’ultima decade del mese dovesse consegnarci un periodo di stabilità, dal clima mite e dalle nebbie diffuse. Ancora una volta si rientrerebbe nel range dei casi più probabili. In attesa che novembre ci consegni i primi veri segnali dell’inverno che sarà.