Gli esperti della World Meteorological Organization (Organizzazione Meteorologica Mondiale) lanciavano un monito appena due giorni fa: il riscaldamento globale è ancora a un livello elevato e il 2016 potrebbe diventare l’anno più caldo di sempre (battendo così il record segnato appena un anno fa). Secondo gli esperti in futuro avremo condizioni meteorologiche sempre più estreme e un significativo aumento del livello di mari e oceani.
I dati termici preliminari, da gennaio a settembre 2016, ci dicono che la temperatura media globale è stata di 1,2°C superiore a quella dell’era pre-industriale e circa 0,88°C superiore alla media di riferimento. “Secondo le misurazioni effettuate sinora, possiamo dire con certezza che il 2016 batterà il precedente record” ha dichiarato Petteri Taalas, segretario generale della WMO.
A inizio anno la temperatura è aumentata eccezionalmente in gran parte a causa di El Nino. “Il surplus termico dovuto a El Nino è quasi scomparso, ma quello causato dal riscaldamento globale continuerà”, ha proseguito Taalas. Anche i dati di ottobre indicano, a livello globale, una continuazione del trend annuale. Anche altri indicatori del cambiamento climatico lungo termine sono a livelli record. Le concentrazioni dei principali gas serra in atmosfera continuano ad aumentare, allo stesso modo il ghiaccio marino artico resta su livelli preoccupanti. Non solo: il ghiaccio groenlandese si è sciolto più velocemente del solito e la parte persa era molto grande.
Un anno fa, al vertice di Parigi, tutti i paesi concordarono sulla necessità di limitare l’aumento della temperatura globale entro 2°C. Non solo, vi sono dei Paesi che mettere in atto ogni misura contenere l’aumento a 1,5°C. “Se vogliamo rispettare gli accordi di Parigi stiamo procedendo in modo sbagliato”, ha ammonito Taalas.
Le emissioni globali di anidride carbonica, ad esempio, per il terzo anno consecutivo rimangono allo stesso livello. E anche se l’incremento è stato stoppato, la concentrazione di CO2 nell’atmosfera mette a segno nuovi record e continua a crescere.
I cambiamenti climatici stanno provocando manifestazioni meteorologiche estreme e il 2016, in tal senso, ha già un tragico bilancio. L’uragano Matthew ha provocato la morte di oltre 500 persone ad Haiti. Le possenti inondazioni estive della Cina sono costate la vita a 310 persone e i danni stimati ammontano a 14 miliardi di dollari. Si è trattato delle peggiori inondazioni dal 1999. In Africa australe e in Thailandia il caldo ha raggiunto livelli eccezionali, in Canada nel mese di maggio infuriava l’incendio più terribile nella storia del Paese.
Secondo gli esperti della WMO nel 2015 le catastrofi naturali (come inondazioni, uragani e terremoti) hanno coinvolto 19,2 milioni di persone in tutto il mondo. E’ un numero due volte più grande degli sfollati a causa di conflitti e violenze.