Dopo questa prima discesa di aria più fredda che ha dato uno scossone alla stagione di transizione, le correnti alle alte quote sembrano voler disegnare una “normale” disposizione dei flussi oceanici disposti in trasversale (coste canadesi/Europa centrale) e con una chiara componente zonale.
Sino a questo punto nulla di anomalo; la stessa “regola” che indica il passaggio da una stagione all’altra vuole che le oscillazioni del nord Atlantico, getti di correnti e nastri trasportatori, si configurino in tale assetto, portando dei fronti oceanici, a fasi quasi regolari, verso la nostra Penisola ivi il settore del Mediterraneo. Questo ideale “treno” è il sintomo più evidente che l’atmosfera sta cadenzando i tempi e le modalità giuste per condurci verso la stagione pre-invernale.
Quello che invece sembra derogare da tutto ciò, ma non è una novità, sembra attribuibile all’attività multi complessa dei vortici freddi tra Canada ed Europa settentrionale (alias VP). Queste fredde depressioni in quota, interagendo con la circolazione oraria dell’HP oceanico (Azzorre), creano una sorte di correnti molto fredde, per la stagione, che si dirigono per il momento dalla parte settentrionale della Groenlandia sino a percorrere l’itera Islanda e dirigersi verso le coste settentrionali della Gran Bretagna (Scozia). La parte meridionale di tutta questa intera area probabilmente vivrà i primi anticipi della stagione invernale.
La stessa carta ci indica come, tra il settore nord occidentale dell’Europa e la parte settentrionale dell’Islanda, causa una prima rotazione antioraria a carattere freddo, vi sia un getto di correnti fredde ed instabili (aria polare). Per ora “l’anomalia”, se così possiamo chiamarla, è confinata sulla parte nord occidentale del nostro Continente, ma non è da escludere che una maggiore e sicuramente probabile (verso la fine di questo mese) maggior attività dell’HP atlantico (spinta dinamica verso nord o nord est) possa far discendere questo letto di fredde correnti molto più a sud, creando dei nuclei o gocce fredde in quota che potrebbero avere come loro obbiettivo il Mediterraneo centrale.
Si potrebbe quindi ipotizzare, sempre con le dovute cautele, una più netta avvezione fredda e le prime nevicate, essenzialmente relegate all’area alpina, a quote già molto più basse rispetto al periodo considerato. Insomma dei nuclei di aria molto fredda “vagheggiano” sulla parte settentrionale dell’Europa; la prima “ernie” (licenza meteo per definire una saccatura della depressione fredda) strozzerà l’aria gelida (corridoio obbligato) verso la parte centro meridionale europea. Non dimentichiamoci che il nostro mare è ancora in “tenuta” estiva e pronto ad enfatizzare ogni avvezione fredda che sia essa di origini marittime o continentali.
Per una migliore comprensione dell’editoriale, si consiglia la lettura del precedente:
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=11881