Ivan è ormai considerato l’uragano più potente degli ultimi dieci anni che abbia interessato i Carabi.
E’ pericoloso non solo per la sua forza intrinseca, ma anche perché fino ad ora si è dimostrato estremamente “capriccioso” e poco dpropenso a seguire le traiettorie previste dai vari modelli usati dai centri meteorologici.
Proprio la sua imprevedibilità ha fatto si che lo scontro diretto e devastante con l’isola di Cuba, fino a poco tempo prima considerato sicuro, si sia rivelato invece solo un “colpo di striscio”.
Ora, purtroppo, spetta alle autorità americane affrontare questo super-uragano, e dovendo fare i conti con una traiettoria ancora parzialmente incerta, l’unica soluzione è stata quella di attuare un’evacuazione massiccia. Un milione di persone, infatti, hanno dovuto abbandonare le loro case, in un’area che va dalla Luisiana alla Florida.
L’uragano, fortunatamente meno violento rispetto a qualche giorno fa, dovrebbe passare sulle coste americane entro 24 ore.
Secondo il National Hurricane Center americano, Ivan è in grado attualmente di produrre venti sostenuti fino a 140 miglia orarie, con raffiche superiori ed ha una pressione minima di 938 mb. I venti da uragano, superiori perciò a 74 miglia orarie, si estendono fino a 105 miglia dal centro, mentre si possono registrare venti con forza da tempesta tropicale (superiori a 39 miglia orarie) fino a 260 miglia dal centro. Questi dati fanno ben comprendere che questo uragano, oltre che intenso, è anche molto vasto.
La marea che accompagna la tempesta dovrebbe superare il normale livello del mare di circa 4 o 5 metri, a cui ovviamente va assommata l’azione di alte onde.
Ad accompagnare il passaggio di Ivan sono previste eccezionali precipitazioni, comprese fra i 300 ed i 450 mm per metro quadro; localmente gli accumuli potranno essere anche superiori.
Nell’immagine presente in questo articolo, potete notare l’approssimarsi di Ivan alle coste americane.
Ora cerchiamo di comprendere perché le coste maggiormente a rischio sono quelle che vedranno passare l’occhio del sistema ad ovest.
La direzione di spostamento prevista viene indicata con un vettore verde.
Se Ivan fosse stazionario, i venti soffierebbero allo stessa intensità in ogni punto dell’uragano a parità di distanza dall’occhio, venti che all’interno della depressione spirano con andamento antiorario trovandosi nell’emisfero settentrionale. Ma questo nella realtà non accade perché gli uragani tendono a spostarsi e la velocità di spostamento va a sommarsi alla violenza delle raffiche nella parte destra rispetto l’occhio, o a diminuire nella sua parte sinistra.
Ecco perché nelle prossime ora saranno sfavorite le coste che si trovano ad oriente rispetto all’occhio di Ivan, mentre la situazione sarà leggermente migliore, sia in termini di intensità del vento che di marea, nella parte occidentale.
Continueremo a sorvegliare le sorti di Ivan, ma in futuro presteremo attenzione anche alla tempesta tropicale Jeanne, che sta già facendo parlare di se.