Gli Stati Uniti, come sappiamo, sono terra di grandi contrasti, e tale sembra confermarsi anche durante queste ore.
Un’ondata di freddo di stampo quasi invernale si è infatti riversata dal Nord Pacifico sulle coste californiane, e da qui sta penetrando verso l’interno degli States, sotto forma di una circolazione depressionaria in quota, centrata sull’Arizona.
I contrasti tra le isoterme in quota sono adesso notevolissimi: si va, in poche centinaia di chilometri, da valori di +4°C ad 850 hPa in Arizona, a temperature di +28°C sul confine messicano, sempre alla stessa quota di geopotenziale.
E così, mentre ieri in Messico abbiamo avuto temperature massime di +37,8°C a Torreon, e valori di +32,8°C a Piedras Negras, al confine con gli States, stamani notiamo minime di -2,7°C a Winslow, in Arizona, e di 0,0°C a Flagstaff, mentre -5,0°C si sono misurati ad Alamosa, in Colorado, seppure alla quota di 2297 metri.
Le temperature minime mattutine sono state eccezionalmente basse anche in California, questa mattina, con valori di 0,0°C ad Eureka, a soli 13 metri di quota, lungo la costa oceanica (6°C in meno della norma, e ad 1°C dal record di minima per il mese di marzo).
Neve viene segnalata stamani all’aeroporto di Milford, a 1536 metri di altezza, negli Utah, dove, a Salt Lake City, la nota stazione sciistica, ieri la temperatura è crollata da +21,7°C a +0,6°C, ed è nevicato per 6 ore.
Forti temporali sono in atto sulla zona di contrasto tra aria calda ed aria fredda, con 43 mm di pioggia caduti oggi a Goodland nel Kansas.