Mercoledì scorso, durante un volo di ricognizione sul ghiacciaio che circonda la zona del Bardarbunga, gli esperti dell’Università Islandese hanno avvistato sulla superficie un crepaccio di circa 3,5 miglia. Non solo. Sono stati rilevati anche diversi imbuti carsici di circa 50 m di profondità. Infine, per la prima volta dall’inizio dell’attività sismica è stato possibile identificare la caldera vulcanica.
Nonostante il cambiamento di morfologia del territorio circostante non presupponga necessariamente una potente esplosione, gli esperti si dicono molto preoccupati e si continua nel costante monitoraggio della situazione. Il vulcano si trova lungo la traiettoria principale di volo dal Regno Unito verso il Nord America. Se dovesse esserci un’esplosione, la nube vulcanica provocherebbe il caos.