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Il Vortice tirrenico concede sempre più spazio all’Anticiclone

di Simone Lussardi
19 Dic 2007 - 19:24
in Senza categoria
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Ancora foto di neve, con le auto sepolte dal manto bianco: l'immagine si riferisce a Fonni, il paese più alto della Sardegna, posto a 1000 m. s.l.m. La nevicata di lunedì è stata di una violenza eccezionale, con oltre 80 centimetri d'accumulo caduti in poche ore, pari alla media di un intero inverno. In quota, sul Gennargentu, si stimano accumuli di quasi 2 metri a 1500 metri d'altezza. Foto tratta da www.bruncuspina.com
Si è quasi oramai conclusa la lunga fase depressionaria che ha fatto tanto parlare di sé negli ultimi giorni, soprattutto per i fenomeni nevosi, fino a quote inusuali per il periodo, su molte regioni del Centro-Sud.

Il nocciolo freddo è infatti piombato direttamente dall’Artico Russo, con il suo carico notevole d’aria molto fredda in quota. Le conseguenze cicloniche sul Mediterraneo sono state pesanti e durature, ancora oggi resistono gli ultimi sussulti delle tenace attività vorticosa tirrenica, ormai in definitivo sfaldamento, per via dell’ingombrante Anticiclone Continentale, in estensione verso le nostre latitudini.

Residue precipitazioni hanno ancora colpito il Sud e le Isole, in particolare la Sicilia con rovesci occasionalmente temporaleschi. La nuvolosità interessa inoltre anche parte delle regioni adriatiche, ancora alle prese con il flusso orientale che determina l’addossamento delle nubi stesse di tipo medio-basso sulla dorsale appenninica.

Si tratta degli ultimi effetti della perturbazione, che domani riuscirà ancora a lambire, sempre più marginalmente, solo le aree affacciate al Mar Ionio. La ventilazione su tutto il Paese va perdendo importanza, grazie al colmamento del vortice che determina una complessiva attenuazione del gradiente barico.

Si va così insediando gradualmente il campo Anticiclonico, che già da svariati giorni domina lo scenario su oltre mezza Europa. Lo stesso Anticiclone, in precedenza posizionato col perno sulla Penisola Scandinava, è stato responsabile del forte raffreddamento giunto su di noi dall’Europa Orientale.

Ora, con lo spostamento dei massimi verso sud, la figura altopressoria riporta invece la stabilità su gran parte del territorio italiano, ma non spazza via il freddo, che si è addentrato nei bassi strati. L’eredità fredda del vortice si acuisce così nei valori minimi notturni che, anche grazie alla serenità del cielo, scendono di diversi gradi sotto lo zero soprattutto al Nord, anche in Pianura Padana.

Il freddo non manca nemmeno sul cuore dell’Europa centro-settentrionale, area ove è presente il perno del campo di Alta Pressione di matrice continentale. Alta Pressione che, persistendo da molti giorni, determina un’intensificazione delle condizioni d’inversione termica nei bassi strati al suolo, con associate minime notturne di diversi gradi sotto lo zero e condizioni nebbiose.

La coltre nebbiosa fatica a dissolversi anche in pieno giorno, facendo persistere in molti casi temperature basse su vari Paesi dell’Europa Centrale e sulle Isole Britanniche. Queste situazioni comportano condizioni climatiche particolari, con nebbia congelatesi favorevole alla formazione di fenomeni quali la galaverna, ma anche pericolose lastre di ghiaccio sulle arterie stradali.

L’Anticiclone, in consolidamento verso il Mediterraneo, non è destinato a persistere a lungo. Proiettando lo sguardo ad ovest, si intravede dalle immagini Meteosat un’area perturbata molto attiva in corrispondenza della Penisola Iberica.

Queste nubi sono collegate ad una profonda area ciclonica centrata al largo del Portogallo, che ha ricevuto manforte da un nocciolo d’aria fredda proveniente dal Mediterraneo. L’intera struttura ciclonica man mano invaderà il Mediterraneo Occidentale, andando a portare un graduale peggioramento ad iniziare dalla Sardegna.

Un’evoluzione piuttosto lenta, per via delle resistenza dettata dall’Anticiclone. La figura di Alta Pressione appare destinata ad indebolirsi in prossimità delle Festività Natalizie, allorquando potrebbero farsi strada deboli interferenze atlantiche, in un clima complessivamente assai meno rigido di quello attuale.

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