L’atmosfera è un ambiente complesso, regolato da dinamiche talora imprevedibili. La letteratura specifica è ricca di studi statistici, attraverso i quali è possibile comparare situazioni attuali con scenari pregressi. E’ proprio questo processo che conduce alle previsioni stagionali. Ma perché questa premessa? Beh, perché quest’anno sta accadendo qualcosa di particolare. Il Vortice Polare era partito a tentoni, cagionevole di salute a causa di costanti impulsi d’aria calda in propagazione dai piani bassi (troposfera) ai piani alti (stratosfera). Il che ha prodotto, come ben sappiamo, una modifica struttura del Vortice e uno spostamento dalla propria sede naturale.
Una delle cause che potrebbe aver indotto un simile andamento è, probabilmente, il condizionamento atmosferico ad opera di un El Nino record. Ma ora che quell’effetto è terminato, ora che il processo di raffreddamento è al top, stiamo assistendo alla netta rivincita del trottolone gelido. Purtroppo dobbiamo dirlo: il rinforzo, in termini termici e di geopotenziale, è sorprendente. Quando ciò accade, secondo letteratura scientifica, le notizie son pessime. Qualora il processo dovesse trasmettersi all’intera colonna atmosferica (giungendo pertanto alla troposfera), si rischierebbe un lungo periodo anticiclonico con freddo confinato ad alte latitudini.
La via d’uscita è soltanto una. La speranza è che la troposfera non sia ricettiva come in altre occasioni, rispedendo al mittente le avance. Così come non è neanche detto che un eventuale condizionamento si ripercuota per i “canonici 60 giorni” così regola imporrebbe. Dovremo attendere ancora qualche giorno, a quel punto vi potremo dire se l’inverno avrà connotati simili ai 3 precedenti o se sarà in grado di invertire la rotta.