Nel Nord Emisfero la circolazione troposferica in quota, alle medie e alte latitudini, è ancora caratterizzata dalla presenza di accentuati scambi meridiani, mentre tendono a manifestarsi in maniera sempre più rilevante “forcing” di matrice tropicale, soprattutto in associazione con la fase attiva della MJO (Madden Julian Oscillation).
La MJO, ora di media intensità, dopo la fase parossistica del mese passato, ha raggiunto con il settore di massima attività tropicale l’Oceano Indiano occidentale e tende a migrare ancora verso levante.
Negli ultimi giorni, il transito della fase attiva della MJO ha favorito lo sviluppo di numerosi temporali nell’assetato Corno d’Africa. Nei prossimi giorni potrà innescare la nascita di tifoni, prima nel Mare Arabico, poi nel Golfo del Bengala.
L’area interessata da soppressione dell’attività convettiva si estende dal Pacifico tropicale orientale alla fascia intertropicale americana. In quest’area, in ogni modo, il transito della fase inattiva della Madden Julian Oscillation è in conflitto con l’attività temporalesca alimentata dalle anomalie termiche positive della superficie oceanica. È, infatti, sempre più calda del normale la superficie del Mar dei Caraibi e dell’Oceano Atlantico tra le coste dell’Africa nord-occidentale e del Brasile settentrionale. Tendono, inoltre, a riscaldarsi ulteriormente le acque del Pacifico al largo dell’Equador e della Columbia. Temperature sempre più elevate nel Pacifico equatoriale orientale e sempre più basse intorno all’Indonesia fanno pensare ad un possibile manifestarsi di un nuovo episodio di El Niño a partire dalla prossima estate, in conflitto con le più recenti previsioni pubblicate dalla NOAA di “ENSO-neutral conditions” per i mesi di giugno, luglio e agosto.
L’allontanamento verso l’Oceano Indiano della fase attiva della MJO ha già prodotto un’attenuazione dei forcing di matrice tropicale nell’area mediterranea. L’alta subtropicale che a fine aprile – inizio maggio ha portato sull’Italia un effimero alito estivo si è attenuata ed ha smesso di alimentare il grande promontorio anticiclonico bloccante dell’Europa centro-occidentale. Di conseguenza, westerlies perturbati e masse d’aria fresca ed instabile si sono riversati su gran parte del vecchio continente interessando, in parte, anche il “mare nostrum”.
Il forcing prodotto dall’estesa anomalia termica negativa superficiale, nel settore centro-occidentale dell’Oceano Pacifico, continua ad incoraggiare la formazione di vaste saccature in quota su quell’Oceano.
Anche nel medio-lungo termine, forcing termici favoriranno lo sviluppo di promontori anticiclonici a valle e a monte della saccatura del Pacifico.
Ad est della saccatura, insisterà una grande onda planetaria quasi stazionaria a curvatura anticiclonica, sostenuta anche della forzatura orografica prodotta dalle Rocky Mountain e dai forcing termici indotti dal riscaldamento del Nord America. Ad ovest, mediamente presso le coste pacifiche dell’Estremo Oriente, prevarrà un relativo promontorio dinamico risonante ad onda lunga e poco sviluppato in senso meridiano, contrassegnato da carattere estremamente baroclino.
La circolazione atmosferica, alle medie e alte latitudini dell’Emisfero Boreale, è stata anche condizionata, soprattutto da metà aprile ai primi di maggio, da intensi blocking, sopravvenuti dopo una lunga fase di relativa “normalità”.
Questa attività bloccante è stata preceduta dallo sviluppo, nella prima metà del mese passato, di anomalie positive di geopotenziale in quota sul Canada. Col passare dei giorni, queste anomalie hanno subito un moto retrogrado e si sono intensificate, dando luogo, sull’Alaska, a valori di blocking index (secondo Tibaldi e Molteni) anche superiori ai 10 m(gr. lat)-1 sulla superficie isobarica a 500 hPa, soprattutto negli ultimi giorni di aprile.
Nei primi otto giorni di questo mese il blocking è migrato sulla Siberia orientale ed ha cominciato ad attenuarsi.
Di conseguenza, i principali vortici polari in quota, dislocati prevalentemente in sede artica e sulla Siberia tra la fine di aprile e i primi di maggio, sono stati costretti a migrare, in questi ultimi giorni, sull’Arcipelago Canadese orientale, sul Nord Atlantico e sull’Europa settentrionale. Ciò ha favorito lo sviluppo di vigorosi jet stream del fronte polare in uscita dal Canada orientale e diretti verso il continente europeo.
La debolezza delle HP sub-tropicali in Atlantico, favorita dall’approssimarsi della fase inattiva della MJO, induce un intenso split delle correnti a getto polari, con sviluppo di un ramo meridionale richiamato fino a latitudini subtropicali da una saccatura in quota che insiste poco a sud-ovest delle Azzorre.
Nel medio termine, i westerlies sospingeranno questa saccatura sull’Europa sud-occidentale. Di conseguenza, gran parte del Mediterraneo centro-occidentale sarà investito da un “SW perturbato”. L’Italia, probabilmente, sarà interessata da perturbazioni afro-mediterranee.
Nel lungo termine, presumibilmente, la saccatura, in ulteriore moto verso levante, verrà alimentata da infiltrazioni di aria fredda in quota provenienti dalla Scandinavia e si andrà a collocare davanti ad un’alta pressione bloccante nord-atlantica, tagliata alla base dal ramo meridionale del polar jet stream. Sarà inoltre preceduta, più ad est, da un persistente e robusto promontorio bloccante sull’Asia occidentale, fuso con un’intensa HP subtropicale alimentata dal transito della fase attiva della MJO sull’Oceano Indiano.
Questa circolazione emisferica in quota, a quattro onde planetarie risonanti, dovrebbe incoraggiare, come sopraccennato, lo sviluppo di saccature, prima sul settore centro-occidentale, poi su quello centro-orientale dell’Europa e del Mediterraneo. Queste saccature, probabilmente, saranno attraversate, sul fianco meridionale, dai westerlies provenienti dall’Atlantico.
Tutto ciò dovrebbe dare luogo a condizioni prevalenti di tempo instabile sul nostro Paese, con temperature, specialmente nel lungo termine… non proprio di fine primavera!