Mawar già lo scorso martedì 23 agosto era un forte tifone, in movimento sulla parte nordorientale del Mare delle Filippine. Nella tarda mattinata, ora di Washington, esso era accompagnato da venti sostenuti fino a 120 miglia orarie, intorno ad un occhio centrato situato 320 miglia a nordovest di Iwo Jima, una delle giapponesi isole Volcano, e 595 miglia a sud-sudovest di Tokyo. Mawar si muoveva verso nord-nordovest a 10 miglia orarie, e nelle previsioni doveva rimanere sostanzialmente invariato, come forza, per 36-48 ore, continuando a muoversi verso nord-nordovest, per poi fare “landfall”, indebolendosi, tra mercoledì notte e giovedì mattina sulla parte meridionale del Giappone.
Mercoledì mattina Mawar, sempre accompagnato da venti sostenuti fino a 120 miglia orarie (categoria 4), era centrato 350 miglia a sud-sudovest di Tokyo e si muoveva verso nord a 12 miglia orarie. Il nuovo bollettino previsionale indicava ancora una forza quasi invariata fino al “landfall”, previsto giovedì mattina (ora di Washington, quindi giovedì sera in Giappone) sulla parte meridionale di Honshu, la più grande isola del Giappone. Seguendo il cammino previsto, la tempesta avrebbe dovuto toccare terra a sudovest di Tokyo. Venti in grado di procurare gravi danni e piogge torrenziali, localmente alluvionali, erano previste su vaste regioni dell’isola a partire da mercoledì sera.
La previsione è stata sostanzialmente confermata. Mawar ha toccato terra venerdì 25 agosto alle 4.30 ora locale nel sud di Honshu, a sudovest di Tokyo (a non grande distanza dalla capitale), già indebolita essendo scesa alla categoria 2, ma ancora in grado di creare molti danni e di causare anche vittime. Due infatti i morti (uno a Tokyo) e una decina di feriti. Il tifone ha causato anche numerose frane, interruzioni di corrente e la cancellazione di 79 voli aerei, alcuni internazionali, con circa 7000 passeggeri coinvolti nei relativi disagi. Cancellati anche 23 treni.
Il tifone, dopo essere passato su Tokyo, si è diretto nuovamente in mare aperto, procedendo in direzione est-nordest. Alle 18 GMT di venerdì 26 agosto essa era ormai molto lontana dalla terraferma, centrata a 37,8°N 146,8°E e ormai declassata a “tropical storm”, con venti sostenuti non superiori a 63 miglia orarie.