RIPERCUSSIONI LEGATE ALLA FUSIONE DELLE NEVI Le cascate d’acqua del parco di Yosemite, in California, sono uno spettacolo unico a cui assistere, ma diventano qualcosa di straordinario quando raggiungono il loro flusso di picco. In genere, le cascate raggiungono i loro massimi nel mese di maggio, mentre quest’anno tutto sta accadendo con quasi due mesi di ritardo, in quanto l’abbondante manto nevoso sulla Sierra Nevada si è iniziato a ridurre tardivamente.
Lo scioglimento nelle ultime settimane si è fatto però rapidissimo: ad inizio giugno l’innevamento sulla Sierra Nevada era attorno al 30%, mentre adesso siamo scesi al 12,2% di suolo ancora coperto. Molto è cambiato anche sull’altezza del manto nevoso: ad inizio aprile la neve nella zona di Yosemite era pari ad oltre 150 centimetri, mentre alla fine di giugno siamo passati circa a 30 centimetri di manto bianco.
La fusione della neve è come se avesse portato un contributo pari ad oltre 100 millimetri di pioggia, senza contare la fase a tratti tempestosa e molto generosa in fatto di precipitazioni che si è prolungata per buona parte della primavera e l’inizio dell’estate. Tutta questa enorme quantità d’acqua, con il deflusso notevole dovuto alla neve in scioglimento, ha fatto spuntare tutta una serie di piccole cascate, oltre alle 21 che tradizionalmente caratterizzano il parco.
I visitatori del parco devono quindi stare molto attenti e cauti nelle escursioni e nell’osservazione delle famosissime cascate. Nel mese di giugno ci sono state almeno due persone morte e due dispersi, fra cui un’escursionista visto l’ultima volta presso l’Alta Yosemite Falls, le più alte cascate del parco. Il 1° luglio due uomini sono stati spazzati dall’impeto dell’acqua su una passerella.