La primavera è la stagione dei fenomeni meteo intensi per eccellenza in alcune aree italiane, in particolare Pianura Padana e aree lontane dal mare.
Mentre per il Centro e per il Sud di solito i fenomeni temporaleschi cominciano in questo periodo e terminano alle porte dell’inverno, per la Pianura Padana e il Nord Italia in genere il periodo di massima frequenza temporalesca è proprio tra aprile e agosto, con un picco tra maggio e giugno, due mesi spesso e volentieri molto attivi e perturbati per le zone prospicienti alle Alpi e per le alte pianure.
Il motivo di tali formazioni sta nel fatto che il sole di maggio è molto potente (scalda come quello nella seconda metà di luglio e nella prima metà di agosto!), ma ovviamente le temperature sono ancora molto più basse rispetto all’estate, soprattutto in quota.
È possibile quindi che fenomeni meteo intensi possano originarsi con questi scambi termici tra freddo in quota e sole che scalda molto i bassi strati.
Se poi ci mettiamo anche un’eventuale perturbazione molto ben organizzata è chiaro che tali fenomeni meteo possono essere anche estremi, con forti raffiche di vento, grandinate e anche episodi tornadici.
Proprio in questi giorni cade l’anniversario dei 6 anni dei tornado che flagellarono l’Emilia Romagna il 3 maggio 2013.
Sono però innumerevoli i casi di nubifragi e grandinate in questo periodo dell’anno: non dobbiamo affatto stupirci se leggiamo delle notizie riguardo a questi episodi, poiché fanno comunque parte della climatologia primaverile, soprattutto quando la primavera sta per volgere all’estate meteorologica.