Thomas, 12 anni vissuti religiosamente nell’attesa dell’evento, ogni inizio di inverno attendeva tutto quello che la memoria gli aveva donato, come fotografia impressa nella mente e che non riusciva più a cancellare nella sua testolina.
Arriverà… non arriverà e quanto durerà?
Quesiti, quasi ossessioni, che ogni anno, con cadenza regolare, si ripresentavano alla sua vista ancora inconsapevole.
Uno sguardo che non riusciva a comprendere in maniera “vivida” quello che la natura “egoista” probabilmente non gli avrebbe mai svelato.
Eppure lui era lì, puntuale come sempre, come un amante in attesa della sua splendida vergine che non lo avrebbe mai deluso.
Forse 12 anni erano pochi, come dicevano i suoi amici deridendolo, ma lui fregandosene dei piccoli commenti guardava sempre altrove ed oltre l’impossibile.
Era cresciuto nel ricordo di quelle impalpabili”farfalle bianche, ma ogni volta sembrava morire quando quelle bianche e piccoli ali non sfioravano più il suo volto chiazzato di rosse macchie.
Ogni inverno ritornava a schiacciare il naso verso quella finestra graffita ed inconsapevole di ciò che oltre poteva mai succedere.
Occhi chiari ed incantati, occhi capaci di prendere e cogliere ogni sfumatura oltre la finestra.
Occhi tristi e grandi, puri come il suo desiderio, che non aspettavano altro che spegnersi in quel predicato religioso.
Ma Thomas è solo un ragazzo che non si è ancora adeguato, forse un piccolo uomo emarginato, ad una finestra che non sa parlare più.
Ragazzo mio hai solo 12 anni e quelle sottili finestre graffiate ora sono diventate cristalli a prova di proiettile.
Un omaggio al desiderio ed alla purezza di chi ogni volta getta il suo cuore oltre quella finestra.