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Il mitissimo periodo attorno all’anno Mille

di Marco Rossi
14 Giu 2007 - 12:43
in Senza categoria
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Villaggio islandese. Islanda e Groenlandia conobbero condizioni adatte allo sviluppo delle economie umane nel breve optimum climatico medievale. Fonte immagine www.morguefile.com.
Valutare l’intero periodo di caldo Medievale non è semplice, anche perché nella sua vasta estensione che comprese più Secoli (all’incirca tra l’800 ed il 1200 dC), si alternarono ovviamente cicli più caldi ed anche qualche ciclo di freddo.

Gli inverni rigidi si riscontrano anche durante questo periodo di tempo, come quello del 1010-11, durante il quale gelarono il Bosforo ed il Nilo al Cairo.

Ma il numero e la frequenza di tali inverni si mantenne molto bassa anche comparata con il mite periodo attuale.

Si stima, dai documenti storici dell’epoca, che il 1020 ed il 1190 l’Islanda vedesse solamente una volta i ghiacci artici arrivare fino alle coste settentrionali dell’Isola, precisamente nell’anno 1119 ( quando anche in Italia gelò la Laguna Veneta assieme ad alberi e viti nel Veneto).

Questo quando, nei Secoli successivi, mediamente ogni 5 anni tali ghiacci raggiungessero regolarmente la Grande Isola dell’Atlantico Settentrionale.

Tale rarefazione dei ghiacci artici, fa pensare a temperature estremamente elevate soprattutto nel Nord Atlantico, sul Polo, con mari liberi da pericoli di icebergs e tempeste improvvise, che favorirono le esplorazioni Vichinghe e la colonizzazione della Groenlandia.

Qui, si sviluppò l’agricoltura e l’allevamento del bestiame, grazie a temperature probabilmente di 4°C più elevate delle attuali, tanto che si raggiunse un numero di 190 fattorie e di 3000 coloni.

Mentre in Italia l’aumento del livello del mare provocò l’impaludamento di molte zone costiere, ed il diffondersi della malaria (tanto che moltissime città vennero costruite sui colli), in Francia prosperò la coltivazione dei cereali, e l’allevamento del bestiame allo stato brado grazie al diffondersi delle foreste rade di querce, dovute al clima fattosi più secco e più caldo.

Un paragone con l’attuale periodo può essere fatto prendendo ad esempio la coltura della vite in Inghilterra. Essa venne coltivata, con abbondante produzione di vino, fino al 53° parallelo.

Per la produzione di vino, occorre che la temperatura media dei tre mesi estivi sia di almeno +18,5°C.
La media attuale di Londra, in Estate, è di due gradi inferiore.

Possiamo dunque immaginarci un periodo estivo, durante il Medioevo, durante il quale le Estati come quella del 2003 si presentavano regolarmente con una frequenza molto elevata.

Infine, due date, di inizio e di fine di questo periodo di grande caldo.

Nell’814, la scoperta della tomba di San Giacomo di Compostela, venne preannunciata “da un gran numero di segni celesti, e di luci notturne”.

Se ne deduce la presenza di numerose aurore boreali a latitudini mediterranee, segno di un’attività solare improvvisamente intensa e feroce.

Dal lato opposto, notiamo come i ghiacci polari, scomparsi per circa 170 anni, ricomparvero all’improvviso attorno all’Islanda per 7 anni consecutivi, dal 1197 al 1203, anno nel quale addirittura rimasero anche nei mesi di Luglio ed Agosto.

Nel 1205 gelò il Tamigi a Londra, nel 1216 il Po, nell’inverno famosissimo del 1234 gelarono il Po, la Laguna Veneta, il Tamigi dal 25 dicembre al 02 Febbraio, con gelo addirittura degli alberi di meli in Inghilterra.

Il clima era cambiato, i ghiacciai avanzarono all’improvviso.

La Torbiera del ghiacciaio del Fernau, in Tirolo, rimase coperta dai ghiacci tra il 1220 ed il 1350, datando in tal modo il periodo del freddo post medievale, ed il cambiamento del clima, con passi alpini e pascoli d’alta quota ricoperti di neve e di ghiacci, rimase impresso nella memoria popolare sotto forma di numerose leggende.

Così ebbe fine uno dei periodi più caldi della storia della nostra Civiltà, lasciando spazio ad un clima più rigido e maggiormente variabile, culminato poi nei Secoli di grande freddo tra il 1550 ed il 1850.

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