Come precedentemente affermato in uno scorso articolo, la eccezionale e catastrofica stagione degli Uragani nel Golfo del Messico ha garantito all’intera Europa un autunno dominato dall’Atlantico. Erano anni che non si vedeva più la classica Depressione Islandese. E oggi ci chiediamo come potrà presentarsi il prossimo inverno. Tenteremo in questo articolo di delineare dei possibili scenari futuri partendo dagli attuali protagonisti del tempo europeo. Tre sono i primi attori che attualmente solcano il palcoscenci europeo:
Alta delle azzorre;
Depressione Islandese;
Alta Euro-Russa;
Queste tre figure hanno consentito l’instaurarsi in Europa in questo ultimo mese di una sorta di Zonalità Alta con tempo umido e mite sull’europa Nord occidentale e nel contempo un autunno mite per lo più soleggiato sull’Europa centrale con il Mediterraneo foriero di depressioni auto generatesi per l’afflusso subtropicale non arginato dal ponte altopressorio Russo-Azzorriano; dunque si potrebbe dire che la nostra penisola abbia avuto le briciole del tempo oceanico, e questo grazie a un testardo ponte anticiclonico Russo Azzorriano che, complice la forte Depressione Islandese stazionaria fra le isole Britanniche e l’Islanda, è rimasto praticamente fermo, inclinato leggermente così da favorire la formazione di perturbazioni anche violente sul Meridione e un pò meno sul Settentrione.
Ora ci chiediamo come possa svilupparsi questa situazione apparentemente bloccata. E’ importante definire una cosa: in Italia gli inverni nevosi sono sempre stati contraddistinti dalla presenza di una forte depressione Islandese. Questo per due motivi principali: lì dove l’annata avesse espresso una forte cellula Azzorriana, di quinta rispetto alla Islandese, le sue probabili erezioni, non sarebbero state perpendicolari verso la Groenlandia, ma inclinate a favorire piuttosto legami con alte termiche Russo-Scandinave; in secondo luogo la presenza di una potente depressione Islandese mette in gioco l’umidità necessaria a storiche nevicate su cuscinetti gelidi, o consente attraverso il passaggio di depressioni sul Mediterraneo di risucchiare eventuali correnti gelide continentali sulla nostra penisola.
Inoltre una forte figura di bassa pressione sull’Islanda determina una minore incisività e formazione di mostri depressionari sul comparto Finnico come accaduto negli scorsi inverni, favorendo di contro la formazione di alte termiche su quel comparto.
Dunque, concludendo, la configurazione barica è favorevole a un inverno da ricordare, ora l’unico elemento che deve presentarsi affinché il quadro risulti completo è lo Stratwarming, ma per quello c’è tempo e ora come ora non si può prevederlo. Non abbattiamoci per il monotono susseguirsi di onde oceaniche ma sappiamo attendere; qualcosa di grosso potrebbe bollire in pentola.