Quando si affrontano tematiche meteo come le previsioni stagionali si è soggetti, inevitabilmente, a critiche più o meno consistenti. E’ normale, perché già è complesso prevedere il tempo da qui a 3 giorni figuriamoci per un’intera stagione.
Eppure, con gli strumenti oggi a disposizione, tematiche così spinose possono essere affrontare in modo serio, scientifico, analitico. Poi si sa, saranno pur sempre ipotesi e congetture ma perché non parlarne? Se certi articoli piacciono è perché c’è l’interesse, inutile negarlo. Non ci si può nascondere dietro a un dito. Se si critica è perché lo si è letto, se non si leggesse allora verrebbero meno i motivi che portano a certe considerazioni.
Spesso ci si dimentica un elemento fondamentale: la serietà. L’argomento è complesso, meritevole di costanti aggiornamenti, ma se lo si affronta con professionalità assume una sua valenza. I più assidui lettori delle nostre analisi rammenteranno che già in passato proponemmo trend stagionali basati su varie autorevoli proiezioni internazionali.
Tra queste le più interessanti erano e restano quelle di Accuweather, spesso capaci di centrare il bersaglio con precisione spaventosa. Ad esempio, qualcuno forse lo ricorderà, il trend primaverile proponeva il rischio di frequenti precipitazioni in un contesto di sbalzi ed eccessi termici pronunciati. Beh, tirando le somme possiamo dire che c’hanno preso. Magari con differenze legate alle tempistiche mensili, ma è naturale. Non bisogna certo pretendere la precisione oraria su proiezioni che mirano al lunghissimo termine.
Noi, dal canto nostro, dopo aver osservato attentamente le dinamiche atmosferiche che caratterizzarono l’ultimo scorcio dell’Inverno avanzammo ipotesi simili. Ovvero proponemmo proiezioni stagionali indicanti una primavera davvero altalenante, per certi versi estrema. Così è stato (chiaramente per qualsiasi dubbio vi invitiamo a spulciare il nostro archivio articoli perché le “prove” di quanto stiamo scrivendo sono là, disponibili per la consultazione).
Ma tutto questo discorso per dire cosa? Beh, che parlare di proiezioni stagionali ha sicuramente un suo perché. Al di là che possa catturare l’attenzione dei lettori, ha un senso perché i mezzi a disposizione e l’esperienza ultra decennale lo consentono. Quindi, se capiterà di leggere articoli in materia, non prendeteli come un gioco perché non lo sono. Sono altro, dietro c’è un lavoro serio e professionale, che piaccia oppure no. Poi si può criticare, ci mancherebbe, ma sempre nel rispetto dell’opinione altrui. E soprattutto dell’educazione.