Allargando lo sguardo su tutto il campo europeo, emerge subito come la principale figura barica sia ancora un Anticiclone continentale dalle caratteristiche dinamiche in quota, col cuore sempre posizionato sulle Isole Britanniche. Essa favorisce ancora forti inversioni termiche, con nebbie diffuse sulle coste del Mare del Nord e sulla Germania centro-settentrionale.
Rispetto agli scorsi, la figura di Alta Pressione è costretta a subire alcuni assedi che tenteranno di sradicarla dall’attuale posizione dominante sull’Europa Centro-Settentrionale, senza peraltro riuscire nell’impresa.
Come vedremo più in dettaglio, infatti, nei prossimi giorni una potente discesa d’aria polare s’impossesserà di gran parte dell’Europa Orientale, ma con riflessi importanti anche sulle zone centrali europee e sul nostro Paese; tuttavia sul centro-nord del Continente ed anche sulla nostra Penisola il campo barico resterà nelle mani dell’Alta Pressione, con condizioni meteo sostanzialmente stabili.
L’analisi attuale conferma anche oggi una splendida giornata lungo i territori italiani: mai come oggi possiamo definirlo come “Il Paese del sole” in una giornata invernale di metà Febbraio, quasi a suggerire una primavera imminente, ma non sarà così. L’ulteriore attenuazione dei disturbi freschi, operati dal flusso orientale, ha infatti garantito cieli sereni e tempo splendido anche lungo il versante adriatico, ad eccezione di qualche modesto annuvolamento sulla Puglia meridionale.
Nelle ultime ore, da sud, si vanno tuttavia avvicinando delle frange nuvolose in direzione della Sardegna meridionale e della Sicilia occidentale. Si tratta della parte più avanzata di una perturbazione che, da alcuni giorni, osserviamo sull’immediato entroterra nord-africano, tra Algeria e Marocco.
La perturbazione nord-africana, collegata alla struttura ciclonica al largo delle coste portoghesi e marocchine, ha invaso quest’oggi anche le aree meridionali del Mediterraneo Centro-Occidentale, coadiuvata da un flusso sud-occidentale in quota.
Si tratta di un’ingresso alquanto timido, poiché non supportata da particolari ciclogenesi a tutte le quote in corrispondenza delle coste nord-africano, ma solo un modesto minimo a tutte le quote in formazione nei pressi del Mare di Alboran. Tale piccolo vortice, affrontando la resistenza imposta dall’Anticiclone, non avrà la forza di avanzare verso nord, ma si porterà rapidamente verso est, in direzione del Mar di Libico.
L’area nuvolosa si limiterà dunque ad interessare principalmente la Sicilia e la Sardegna, nella sola giornata di domani. L’evoluzione successiva sarà comandata dal ruggito freddo invernale in discesa sull’Europa Orientale, che favorirà l’aggancio della debole depressione libica ad un unico e più profondo sistema ciclonico sul Mediterraneo Orientale.
L’azione polare, attualmente, è già piuttosto aggressiva tra Lapponia e Russia nord-occidentale, ma i primi effetti si vanno gradualmente trasferendo in direzione dei paesi che si affacciano alle coste settentrionali del Mar Nero.
Anche oggi confermiamo che anche la nostra Penisola subirà gli effetti di tale colata fredda, in quanto si conferma una parziale retrogressione, che favorirà una direttrice maggiormente sparata verso le nostre regioni (soprattutto i settori del basso Adriatico), con ingresso freddo assai deciso alle quote medie dell’atmosfera; si potranno toccare isoterme pari a -12/-14°C alla quota isobarica di 850 hPa sulle coste del medio-basso Adriatico.
La massa d’aria in arrivo avrà caratteristiche prettamente artiche (lontane origini artico-marittime): a dispetto delle isoterme notevolmente rigide, che raggiungeranno il lato orientale peninsulare, sulle zone pianeggianti e sulle coste l’entità dell’ondata di gelo si percepirà relativamente contenuta dal punto di vista termico, seppure la sensazione risulterà localmente molto accentuata a causa dei forti venti. La differenza termica con le quote medio-alte di collina e montagna sarà infatti molto accentuata, stante un divario termico localmente superiore ad 1°C ogni 100 metri, nei bassi strati.
Mancheranno infatti quasi dappertutto le precipitazioni (ma per i dettagli previsionali suggeriamo la consultazione dei bollettini di Tempo Italia), ovvero quelle che sarebbero state in grado di favorire maggiormente un’immediata propagazione del gelo fino al suolo.
La durata dell’avvezione gelida non sarà così prolungata, durerà lo spazio di circa 72 ore. Nella fase posteriore dell’evento, il rinforzo dei geopotenziali (rotazione oraria della figura anticiclonica) e la graduale attenuazione dei venti favoriranno un maggiore schiacciamento dell’aria fredda anche al suolo. Per le regioni centro-meridionali si tratterà dell’ondata di freddo polare più intensa di tutto l’inverno, seppure non accompagnata da fenomenologia di rilievo, tranne episodi locali e di brevissima durata.