Ci sono state righe e righe per descrivere la fase fredda che interesserà l’Italia nei prossimi giorni, mappe che sabotano freddo e neve e che poi li riportano in questa o quella regione. Dapprima il Nord Italia era fuori mira, adesso il nucleo d’aria fredda giungerà dritto dritto e potrebbe far nevicare lunedì su molte località. Il Sud Italia, come in tante ondate di freddo di questi anni è in prima fila, ma sarà così? I romani aspettano, i fiorentini stan zitti, non si sa mai, i milanesi risorgono dal silenzio.
Ma come sarà l’ondata di freddo? Nevicherà per davvero?
Dovessi delineare il suo profilo in base alle tante mappe vedute questi giorni, mi appare un’ondata di freddo normale, come tante altre degli ultimi anni. Eppure conterrà alcuni ingredienti che la renderanno super per gli esperti e gli attenti osservatori: in quota, il nucleo freddo misurerà a 500 hPa (in quest’occasione a 5320 metri) -41°C, mentre a 850 hPa si avranno -10°C in Abruzzo (1460 metri della libera atmosfera) e -8°C nel nord Sardegna (1480 metri), ma la -10°C si porterà anche sul Nord Italia (niente di eccezionale, comunque per queste zone).
Sono numeri che si misurano raramente per alcune aree del nostro Paese. Eppure, la breve durata della fase fredda e le scarse precipitazioni (eccetto nelle regioni adriatiche e quindi appenniniche) non porteranno questa ondata di freddo fuori dalla scala della normalità.
Cadrà la neve persino in pianura, quella che è sempre poca nei monti, che cade con minor frequenza nei nostri ghiacciai. D’altronde, siamo nell’epoca del Global Warming, ovvero in una fase climatica globale di riscaldamento e più di qualcosa è cambiato nel nostro clima e nel tempo atmosferico quotidiano.
Giustamente, nessuno ha mai definito questa fase fredda con tonalità da record, non vi sono i presupposti per un’infinità di motivi, ne vediamo alcuni:
– le ondate di freddo irruente, quelle cattive per intenderci, vengono nel cuore dell’inverno, tra gennaio (1985) e febbraio (1956), talvolta nei primi giorni di marzo (1987).
– Le maggiori ondate di freddo, anche quelle dimenticate perché simili a tantissime altre, si originano nella Russia, laddove il freddo era divenuto intensissimo per effetto dell’anticiclone russo siberiano. A Mosca in tali circostanze si misurano valori prossimi ai -30°C.
– Le ondate di gelo rilevanti appaiono vaste, si estendono per milioni di chilometri quadrati, dapprima interessano i Paesi dell’Est europeo, da dove giungerebbero notizie di tormente di neve e gelo, poi, ma sempre con entità marginale rispetto a loro, verrebbero verso l’Italia.
In questi anni, anche se ci sono stati eventi di freddo e persino tantissima neve, sono mancate le tradizionali ondate di gelo, quelle irruente, iniziate a Mosca e finite dopo qualche giorno sull’Italia, l’Algeria e la Spagna. Abbiamo veduto eventi di freddo associati a quelli che in gergo vengono chiamate gocce fredde, ovvero solo un frammento di gelo, una briciola di Burian per intenderci.
Eppure, non sono mancate le ondate di freddo rilevanti nell’Est europeo ed in Russia, come dicevo, anche quelle che poi hanno fatto nevicare in Italia (si ricorderà il 2005 per il Centro Sud ed il 2006 per il Nord), ma niente di paragonabile al freddo del gennaio 1985, 1956 ed a tante altre fasi di gelo russo che si sono viste su tutto lo Stivale e le Isole, con freddo e neve.
Chi si occupa di previsioni meteo, vive sotto il supplizio di cosa farà una piccola goccia fredda, dove transiterà, quali effetti produrrà. Insomma è un autentico tormento, un terno al lotto.
Molti lettori ci scrivono e domandano se ci sarà questo inverno un’ondata di freddo storica. Orbene, definiamo il termine storico in fenomeno estremo, raro e non di certo la vigilia di un’era glaciale. Una fase di freddo cattivo è normale, rientra nei cicli della natura, succedeva in passato e non penso che il riscaldamento globale possa toglierne la possibilità, magari si riducono il numero di eventi, come è successo ultimamente, ma i presupposti perché si possa creare ci sono ancora.
Lo scorso inverno ci sono state una serie di ondate di freddo in tutto l’Emisfero Australe, sarà pur vero, così dicono i numeri, che da loro il Global Warming è meno accentuato che nel nostro Emisfero, ma questo sostiene la mia tesi, che tuttavia un’ondata di gelo storico può ancora succedere.
Gli scorsi anni, nella Russia sud-occidentale, si sono avute rilevanti ondate di freddo, forse paragonabili alle nostre del 1956, ovvero storiche. Eppure eravamo in pieno Global Warming, quindi ondate di freddo storiche, dato che in Italia verrebbero da quelle parti, ci potranno essere nel futuro, ma quando non si sa.
Sono diverse le cause scatenanti di un’ondata di gelo storico, però, come spero sia chiaro, serve che il grande freddo sia presente nelle regioni della Russia europea, in particolare nella regione di Mosca. Poi serve un anticiclone sulla Scandinavia, proprio come quello che si è formato questi giorni, e quindi, le masse d’aria freddissime potranno scorrere veloci verso ovest, contrarie alle correnti prevalenti nel nostro Pianeta.
Però, non sottovalutiamo mai anche gli effetti di una goccia fredda, ricorderete il 13 dicembre 2001, ma anche diversi altri eventi, che su scala locale produssero fenomeni di gelo e neve rilevantissimi.
Per un evento storico manca il freddo (è troppo presto, quindi non è un’occasione mancata), mentre la circolazione atmosferica, se il freddo ci fosse stato, l’avrebbe trasportato dritto dritto sull’Italia. Per ora, ed in conclusione, suggerisco l’osservazione e analisi dell’evento che è maturato, stiamo per vedere gli effetti di una goccia d’aria fredda abbastanza tosta, nonostante il Global Warming.