La meteorologia è una scienza giovane, in pratica il suo sviluppo è avvenuto parallelamente a quello dei calcolatori elettronici, migliore è la capacità di calcolo di questi, e migliore sarà anche una mappa di previsione dei moti atmosferici.
Non si poteva certo sperare nell’aiuto dei meteorologi in un lontano passato, anche se le condizioni atmosferiche potevano influenzare in modo determinante l’esito di una battaglia.
L’Imperatore della Cina non poteva certo prevedere il “Kamikaze”, il “Vento Divino” che distrusse la sua flotta in procinto di invadere il Giappone.
Napoleone poteva immaginare la crudezza dell’Inverno Russo, ma il clima particolarmente rigido di quella stagione contribuì in modo determinante alla disfatta del suo esercito.
Più recentemente, Hitler si rivolse al famoso Istituto meteorologico tedesco, per una previsione sull’Inverno russo prossimo venturo, e, come ai nostri tempi, mai previsione stagionale fu più errata!
Dopo tre inverni rigidi consecutivi, ci si aspettata infatti un inverno mite, ma negli anni ’40 di inverni freddi ce ne furono ben 8 di seguito, ed i tedeschi andarono dunque incontro ad una dura sconfitta.
Anche gli anglo-americani si affidarono ai meteorologi per stabilire il giorno giusto per effettuare lo sbarco in Normandia.
Durante la guerra del Vietnam, ci furono i primi esperimenti di controllo del tempo a fini bellici.
Aerei che spargevano ioduro di argento furono adoperati per incrementare le precipitazioni sulle giungle vietnamite, in modo da ostacolare, con la formazione di fango, i movimenti delle truppe nemiche.
I risultati tuttavia non furono molto brillanti.
Durante le Guerre del Golfo, ed in quella in Afganistan, si è cercato di “nascondere” al nemico le informazioni meteorologiche, ma, se l’Iraq rappresenta un territorio omogeneo, con poche variazioni climatiche, l’Afganistan è invece regione impervia e montagnosa, con poche stazioni di misura, e dal clima imprevedibile ed incalcolabile!
Adesso si tenta di diminuire, od aumentare la forza degli uragani, sempre sperimentando l’uso di nuclei di condensazione di vario tipo, ma i risultati non sono brillanti, e non si è certamente in grado di dirigere la traiettoria di tali tempeste, quindi il loro uso a fini bellici risulterebbe inutile.
Difficile accettare l’ipotesi, circolata più volte su internet, di “esperimenti” di modifica della circolazione atmosferica generale ad opera di onde elettromagnetiche, “sparate” da particolari apparecchiature situate in Canada, la cosa somiglia molto ad una “leggenda metropolitana”.
I meteorologi, in caso di guerra, sono molto più utili nell’esame delle mappe previste, e del tempo che ci si deve aspettare sul campo di battaglia, mentre i climatologi sono indispensabili per conoscere una elevata conoscenza del clima della nazione nemica.
I meteorologi sono inoltre indispensabili nell’aviazione, per lo studio delle mappe dei venti e della nuvolosità previsti alle varie quote atmosferiche, anzi, si può dire che la meteorologia aeronautica sia nata proprio a questo scopo.
Ma per il resto, pur consci del fatto che il tempo atmosferico è stato e può essere una componente fondamentale in un campo di battaglia, non esistono ancora mezzi adatti al suo controllo, per cui, ora come diversi secoli orsono, una particolare configurazione meteorologica avversa può influenzare l’esito di una battaglia o di una guerra.