Posto a cavallo del 15°N, l’Honduras, stato centroamericano di 112.000 kmq, presenta una morfologia complessa che influenza il clima non solo con l’ovvio effetto dell’altitudine. La catena montuosa che taglia tutto il paese con allineamento WNW/ESE (che culmina a 2590 m) sbarra infatti la strada, nell’inverno boreale, ai venti prevalenti da NE (alisei), ovvero dal Mar dei Caraibi, che scorrono su mari caldi per cui si arricchiscono di umidità, che scaricano in piogge quando la massa d’aria è costretta a sollevarsi, incontrando il rilievo appena oltre la linea di costa. Sulla costa pacifica i venti ricadono asciutti (e riscaldati) e nei mesi invernali non piove quasi mai. In gennaio si passa quindi dagli oltre 250 mm/mese di quasi tutta la costa caraibica e del relativo versante montuoso, ai 5-50 mm dell’altopiano (essendovi varie catene parallele, possiamo dire in linea di massima che in questa parte centrale le piogge decrescono procedendo dal Mar dei Caraibi al Pacifico), per arrivare a precipitazioni minori di 5 mm in buona parte della costa sul Pacifico. Sul lato caraibico solo nella parte più orientale, oltre Punta Paluca, verso la Laguna di Caratasca, c’è una vasta pianura e lungo la costa le precipitazioni invernali diminuiscono per l’assenza di rilievi retrostanti.
Sul versante del Pacifico l’Honduras ha solo un breve tratto di costa, in corrispondenza della parte orientale del paese, in quanto sul lato centro-occidentale abbiamo il piccolo stato di El Salvador (21.000 kmq), allungato lungo l’Oceano, con una modesta fascia montuosa retrostante, dove si trova anche la capitale San Salvador.
Le temperature al livello del mare in gennaio sono sui 28°C sulla costa pacifica e sui 24°C su quella caraibica (gli alisei di NE si riscaldano per effetto favonico scendendo dai rilievi verso il Pacifico). Queste parti pianeggianti verso i mari sono le “tierras calientes”, mentre tra i 900 e i 2200 metri abbiamo le “tierras templadas”, dove la vegetazione prevalente è quella della cosiddetta foresta nebulare (e in gennaio abbiamo sui 17°C a 1500 metri) e dove prosperano le coltivazioni di caffè; ad altezze superiori si entra nel regno delle “tierras frias”.
In marzo e poi in aprile un modesto ma significativo riscaldamento (aprile e maggio sono i mesi più caldi nel paese, con 2°C più che in gennaio sul Pacifico, 3°/4°C in più nel resto del paese; il periodo “caldo” si prolunga in giugno sulla costa caraibica, dove scendono gli alisei di SE riscaldati) interessa tutto il paese. Lo spostamento di qualche grado verso nord degli anticicloni del nord Pacifico e del nord Atlantico contemporaneamente all’analogo spostamento autunnale dei “colleghi” dell’emisfero sud, porta intanto la zona di convergenza intertropicale (ITCZ) a posizionarsi attorno ai 10°N. La convergenza tra gli alisei di SE e quelli di NE, unitamente all’elevata quantità di energia disponibile grazie alle elevate temperature (il sole è alo zenit in aprile intorno ai 10°N) è la causa dell’inizio di un periodo molto piovoso per l’interno e la costa sul Pacifico, dove nella terza decade di aprile e ancor più in maggio e giugno la frequenza e l’intensità delle piogge, per lo più a carattere di rovesci temporaleschi, si fa notevole, con accumuli che in giugno superano i 150 mm/mese, localmente anche i 300 mm/mese, specie a ridosso dei rilievi. Pur accumulando circa 100 mm/mese, la costa sul Mar dei Caraibi vive invece il periodo meno piovoso tra aprile e maggio (in giugno si risale a circa 150 mm), non essendovi più da una parte l’effetto stau rispetto alla prevalenza dell’aliseo di NE, e d’altra parte essendo relativamente fresco in questa stagione il mare.
Luglio e agosto segnano un lieve calo termico (1,5°/2°C in meno rispetto ai massimi primaverili sul versante pacifico, circa 1°C sul resto del paese) e una leggera diminuzione della piovosità in alcune zone del paese, ma non sulla costa atlantica (dove comunque in questi mesi piove un po’ meno che sul Pacifico).
Il secondo passaggio allo zenit di fine agosto facilita una ripresa delle precipitazioni, non omogenea. Settembre e ottobre sono infatti i mesi più piovosi sulla costa del Pacifico (si superano i 300 mm/mese) e sull’altopiano, mentre sulla costa caraibica i 200 mm circa di settembre sono solo l’aperitivo delle grandi piogge da ottobre a febbraio, i mesi in cui prevale l’aliseo di NE, con relativo effetto stau. In questa area i mesi più piovosi sono quelli da ottobre a dicembre, quando si somma anche il contributo dato dalle temperature marine alte.
Le tempeste tropicali di fine estate che investono il versante del Pacifico sono dette cordonazos, mentre si denominano uragani quelle del versante caraibico (ricordate Mitch?).
Intorno a metà ottobre la linea di convergenza migra a sud, gli alisei di NE guadagnano terreno sul paese, dove quindi calano le piogge sul versante pacifico, viceversa, come già detto, aumentano su quello caraibico, dove anzi novembre e dicembre sono i mesi più piovosi, visto che i venti scorrono su un mare che in questa stagione è ai massimi termici. Il relativo raffreddamento di gennaio smorza la piovosità, che crolla sull’altopiano e la costa del Pacifico, ma rimane comunque elevata sul lato caraibico, come abbiamo già visto.
Riepilogando sul versante caraibico ha clima tropicale senza stagione secca (accennata a est di Punta Paluca), mentre l’altopiano e il versante sul Pacifico (quindi anche El Salvador) hanno clima tropicale con lunga stagione piovosa estiva. Entrambi i paesi ricevono almeno 900 mm/anno di pioggia. Le zone meno piovose, con accumulo annuo spesso inferiore a 1000/1100 mm, sono le vallate interne che restano in ombra pluviometrica sia rispetto agli alisei di NE che a quelli di SE (e dove quindi il grosso delle piogge ha origine termoconvettiva nei periodi zenitali), mentre si superano i 1500 mm sul lato pacifico e i 2000 su quello caraibico.
Il clima meno piovoso delle vallate interne lo troviamo nella capitale honduregna Tegucigalpa (14°N), nelle “tierras templadas” (936 m). Qui cadono 918 mm/anno, con spiccati massimi zenitali in maggio/giugno (151 e 159 mm) e settembre/ottobre (185 e 135 mm). Piove abbastanza anche nei mesi estivi (luglio e agosto 82 e 89 mm), poco in aprile e novembre, pochissimo da dicembre a marzo (minimo 4 mm in febbraio). Temperature mitigate dai circa 1000 m di altitudine: gennaio 19,3°, maggio 23,4°, luglio 22,0°, ottobre 21,4°, anno 21,6°.
Simile il campo termico dell’altra capitale, San Salvador (13,7°N), appena più bassa (700 m) quindi di poco più calda: gennaio 22,4°, aprile 24,6°, luglio 23,6°, ottobre 23,0°; anno 23,3°. Piove invece molto di più, per la maggiore esposizione all’aliseo di SE. Dei 1947 mm/anno, solo 39 cadono da dicembre a marzo (febbraio 7), 40 in novembre e 53 in aprile, mentre piove molto da maggio a ottobre, tutti oltre i 170 mm (massimi in giugno e settembre, 315 e 317 mm).
Sulla costa del Pacifico il calo di piogge estivo, ovvero nel periodo intermedio tra i due passaggi zenitali, è smorzato dalla prevalenza in questo periodo degli alisei di SE. A Choluteca (13,3°N) la stagione secca fa da metà novembre a metà aprile, con 66 e 38 mm nei due mesi estremi del periodo e meno di 10 mm/mese negli altri (minimo 2 mm in gennaio), mentre da maggio a ottobre piove sempre bene (il mese più asciutto del periodo è luglio con 163 mm), con picchi zenitali (giugno 323 mm, ottobre 297). Totale annuo: 1755 mm. Il riscaldamento favonico dell’aliseo di NE fa scomparire il minimo termico invernale: gennaio 28,6°, aprile 30,6°, luglio 28,6°; settembre 27,1°, anno 28,6°.
Acajutla (13,6°N) è nel settore salvadoregno della costa sul Pacifico. Si conferma la stagione secca da metà novembre a metà aprile (59 e 50 mm nei due mesi estremi del periodo, meno di 20 mm/mese negli altri, con minimo di 4 in febbraio), quella piovosa da maggio a ottobre, tutti oltre i 140 mm, con picchi in giugno (312) e settembre (370). Totale annuo 1916 mm. Un po’ meno caldo che a Choluteca: gennaio 26,5°, aprile 28,4°; luglio 27,3°; settembre 26,7°, anno 27,2°.
Sul Mar dei Caraibi il profilo pluviometrico è del tutto diverso. A La Ceiba (15,7°N) l’aliseo di NE porta piogge copiose da ottobre a dicembre, ed ancora (ma in leggero calo) fino a febbraio. In questi 5 mesi si superano sempre i 250 mm, con massimo di 525 mm in novembre. A un calo vistoso delle piogge in primavera (aprile e maggio 92 mm) fa riscontro una relativa ripresa estiva (luglio 153 mm, settembre 200), con apporti crescenti via via che si va verso i massimi autunnali di cui si è detto. Alto il totale annuo: 2967 mm. Nelle temperature spiccano il fresco invernale più accentuato portato dall’aliseo di NE e il massimo tra maggio e giugno: gennaio 23,8°; maggio 28,1°, giugno 28,0°, agosto 27,5°, ottobre 26,2°, anno 26,3°.
In Honduras il sito turisticamente più interessante è la antica capitale Maya di Copan, dove, come spesso accade nei siti archeologici centro-americani, è notevole il contrasto tra le sfumature di grigio e bianco delle pietre degli antiche edifici e il verde cupo della vegetazione che li circonda. Interessante anche il Parco Ecologico ed Archeologico di Las Cuevas de Talgua.
Siti Internet da visitare per conoscere meglio il paese sono www.hondurastips.honduras.com e www.letsgohonduras.com