L’Afghanistan è uno stato dell’Asia centrale, compreso tra 29° e 38°N, avente una superficie di circa 650.000 kmq. Il territorio è in prevalenza montuoso, soprattutto nel nord e nell’est, dove si superano anche i 7000 metri di altezza nei rilievi dell’Hindukush, nel settore nordorientale del paese.
Spesso tristemente alla ribalta della cronaca da decenni, in quanto continuamente sconvolto da guerre, prima per l’occupazione sovietica poi per il regime talebano, infine, dopo l’11 settembre, per l’intervento militare della coalizione guidata dagli USA (e di cui fa parte anche l’Italia), l’Afghanistan ci è diventato relativamente familiare e i servizi dei Telegiornali ci hanno permesso di verificare quanto Kabul sia raramente bagnata dalla pioggia, ma anche quanto sia calda in estate e fredda in inverno, stagione in cui le montagne che la contornano ci vengono quasi sempre mostrate coperte di neve, almeno ad alta quota.
Oltre i 34°-35°N, sugli altopiani il clima è steppico con inverno freddo, di tipo secco o addirittura semidesertico (1.), ma diventa temperato fresco della foresta continentale (2.) sulle pendici dei rilievi, alle medie quote, intorno ai 1800-2200 metri, per acquisire poi i caratteri tipici del clima di alta montagna alle quote più elevate (3.), con caratteri sempre più estremi man mano che si sale di altitudine.
Nel sud del paese il clima prevalente, nei vasti altopiani del Sistan, al confine con l’Iran, e del Rigestan, nel sudest, è del tipo subtropicale semidesertico o desertico (4.) e solo alle pendici dei rilievi, che favoriscono la condensazione in nubi della poca umidità normalmente disponibile, diventa subtropicale steppico, con estate secca e inverno relativamente umido (5.).
Facendo una sintesi dell’aspetto pluviometrico del clima afgano possiamo affermare che ovest e sud del paese ricevono meno di 250 mm/anno, mentre il nord e l’est per lo più registrano precipitazioni annue comprese tra 250 e 500 mm, con l’eccezione delle zone quasi pianeggianti al confine con Turkmenistan e Uzbekistan, troppo lontane dai rilievi perché le perturbazioni invernali vi scarichino accumuli significativi. I 500 mm vengono superati localmente solo sulla diagonale di montagne che si allineano da sudovest a nordest nella parte centro-orientale del paese, continuando in quell’enclave chiusa tra Tagikistan, Cina e Pakistan. In particolare le precipitazioni sono maggiori sui versanti settentrionali di questi rilievi, portate dalle perturbazioni invernali. La località afghana dove si registrano le maggiori precipitazioni è il Passo Salang, dove transita la strada tra Kabul e Mazar i Sharif, attraversando l’Hindukush. Siamo a oltre 3000 metri e le precipitazioni, 1100 mm/anno, avvengono prevalentemente in forma nevosa, essendo concentrate nei mesi più freddi.
E’ infatti quella invernale la stagione in cui si hanno maggiori precipitazioni nel paese. Il flusso perturbato si abbassa infatti di latitudine quanto basta perché le perturbazioni riescano a interessare quanto meno il centro e il nord del paese, più raramente il sud. La distanza dal mare è pero tale che le precipitazioni raggiungono accumuli significativi solo dove sono favorite dall’orografia, per cui in gennaio gran parte del paese riceve tra 10 e 50 mm di pioggia e solo i rilievi di cui sopra registrano accumuli mensili tra 50 e 100 mm e localmente anche superiori. Le precipitazioni sono nevose in genere oltre i 1200-1500 metri (1700-1900 metri nel sud), ma talvolta, nel nord, anche a quote più basse.
Normalmente è intorno alla seconda metà di aprile (mese già secco nel sud del paese), al massimo nei primi giorni di maggio nel nord, che, contestualmente al forte riscaldamento, le occasioni del transito di precipitazioni associate alle saccature presenti nel flusso dominante occidentale si riducono sensibilmente, in quanto lo stesso flusso si alza di latitudine. L’Afghanistan si trova così in un regime di tempo stabile e soleggiato che si prolunga per tutto il periodo estivo, con piogge ovunque inferiori ai 10 mm/mese fino a ottobre compreso. Solo in novembre ricominciano, prima nel nord poi nel centro, le precipitazioni, con il ritorno graduale della circolazione tipica invernale.
Da maggio a settembre spira sovente dalle steppe turkmene e iraniane il vento caldo cosiddetto “dei 120 giorni”
Dal punto di vista termico in luglio tutto il paese si ritrova isoterme al livello del mare oltre i 30°C, mentre in gennaio si va dai 2°-3°C al livello del mare del nord ai 10°C circa del sud. Ovviamente l’altitudine e l’esposizione dei versanti giocano poi localmente un ruolo determinante a caratterizzare il clima, come accade in tutte le zone montuose.
Nella seconda parte vedremo il dettaglio climatico di alcune delle principali città del paese.
Il clima dell’Afghanistan (parte II):
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=13030