Nella prima parte abbiamo analizzato il clima della parte continentale della Spagna. Per completare la descrizione del paese, andiamo alle Canarie, che politicamente sono spagnole ma geograficamente appartengono all’Africa, trovandosi in Atlantico al largo delle coste del Marocco meridionale.
Siamo sotto il 30° parallelo, quindi già in clima subtropicale, con l’Anticiclone delle Azzorre che assicura quasi in permanenza, in particolare da aprile a settembre, bel tempo e stabilità. Anche il campo termico (temperature tutte in °C) subisce una variazione stagionale modesta e infatti a Las Palmas, sulla più meridionale Gran Canaria, si passa dai +17,3° della media di gennaio ai +23,7° della media di agosto (che è il mese più caldo), passando per i +18,6° di aprile e i +22,5° di ottobre (media annua 20,3°). Le precipitazioni, praticamente assenti da aprile a settembre, non raggiungono i 200 mm/anno (esattamente 176), con un picco in novembre di 37 mm. A Santa Cruz de Tenerife fa un po’ più caldo in estate (+24,9° in agosto), mentre nelle altre stagioni i valori termici sono molto vicini a quelli di Las Palmas (gennaio 17,6°, media annua 20,9°); le piogge sono un po’ più abbondanti raggiungendo i 274 mm/anno, rimanendo praticamente assenti da maggio a settembre e con massimo di 56 mm in dicembre e 47 in novembre. Da notare che nell’isola di Tenerife la cima vulcanica del Teide (m 3718) è la più alta di tutta la Spagna; in virtù di questa notevole altitudine non è raro che in inverno la parte alta sia interessata da nevicate.
I periodi più sgradevoli, climaticamente, per le Canarie sono quelli in cui soffia il calima, il vento che provenendo da sudest, oltre a portare il caldo, trasporta la sabbia del deserto, talvolta quasi azzerando la visibilità e facendo penetrare sabbia finissima ovunque. La costa sud di Tenerife è soggetta, in caso di intense correnti da nord/nordovest, a spettacolari effetti favonici, con l’aria che scende dal Teide secca e infuocata.
Dal punto di vista climatico quindi per la parte settentrionale della Spagna il periodo migliore per una visita è l’estate, vista l’elevata piovosità degli altri periodi; al contrario nel resto del paese, mare a parte, l’estate si presta poco a giri turistici per chi soffre il caldo, mentre assai propizi sono il periodo maggio / inizio giugno e il mese di settembre, quando il tempo è in genere bello, ma con caldo sopportabile (e il mare è anch’esso più che godibile).
Qualche informazione pratica ora. Tutti sappiamo che la Spagna è in area Euro, che ha una rete di autostrade (a pedaggio) e superstrade che si è molto sviluppata nell’ultimo decennio e che continua a crescere rapidamente, che con un po’ di buona volontà lo spagnolo è comprensibile anche non conoscendo la lingua. Il paese è facilmente raggiungibile in auto (Barcellona dista da Ventimiglia meno di 700 km) ma è molto vasto (vi sono oltre 1100 km sia da Barcellona a Vigo sia da Barcellona a Siviglia) e quindi è problematico coprirlo tutto in un solo viaggio.
Abbiamo già accennato nella prima parte ad alcune delle attrazioni turistiche spagnole. La crescita del movimento turistico è stata tumultuosa negli ultimi decenni, talvolta con assurdi eccessi edilizi (confrontate una foto di Benidorm di 30 anni fa, quando era un tranquillo borgo di pesca sulla Costa del Sol, con la città enorme e segnata dai grattacieli che è oggi), con conseguente crescita sia numerica che qualitativa delle infrastrutture.
A proposito delle grandi città non possiamo non accennare al Prado, Museo madrileno imperdibile per gli amanti dell’arte, e alle architetture di Gaudì, in particolare alla Sagrada Familia, di Barcellona.
Di Siviglia e Granada già abbiamo fatto cenno, mentre ora vogliamo dedicare due righe al “cammino di Santiago”, l’itinerario dei pellegrini, che parte dal confine francese a Roncisvalle e Jaca, con due percorsi che si uniscono a Puente de la Reina. Il percorso da Roncisvalle passa da Pamplona, città che vede nella “fiesta” che si tiene nei primi di luglio, celebrata da Hemingway, con i tori a spasso per le strade a tentare di incornare qualcuno, spesso riuscendovi, il suo momento clou (cito questa manifestazione per la sua indubbia notorietà, ma confesso che non ha la mia approvazione), e dalla piccola ma molto bella Estella. Dopo Puente de la Reina il “Camino” incontra, tra le altre, Burgos, Leon e Astorga, tutte caratterizzate da belle e imponenti cattedrali (le vetrate di quella di Leon valgono da sole il viaggio), per raggiungere infine Santiago de Compostela, punto terminale, nella sua splendida Cattedrale, del pellegrinaggio.
Fra le città minori non dimentichiamo l’alta (oltre 1100 m) Avila, con le sue belle mura, Segovia, con l’acquedotto romano e l’ardito Alcazar, Salamanca, con la più bella Plaza Mayor spagnola, la catalana Girona, Soria, Oviedo, Saragozza.
Il mare è, come già detto, il principale richiamo del paese. Le Baleari in estate sono popolate da folle strabocchevoli di turisti soprattutto nordici (e inglesi in particolare), con Ibiza che spicca per l’intensità della vita notturna e per il fatto di essere sempre all’avanguardia nel dettare la moda, mentre le altre (Maiorca, la più grande, Minorca e l’appartata Formentera) sono più tranquille. Naturalmente tutta la costa mediterranea si affolla di bagnanti durante la lunga estate, ma non mancano gli estimatori anche delle spiagge atlantiche, che l’aria più fresca, la presenza frequente del vento e quella meno rara che nel sud delle nubi (e qualche volta delle piogge), rendono meno fruibile dal punto di vista strettamente balneare, ma che risultano più tonificanti per chi non ama i climi caldi.
Le coste galiziane sono poi una realtà a se, con i loro profili tormentati, battute con insistenza dai venti atlantici che rendono il mare spesso mosso, offrendo un quadro globale climatico e ambientale più simile a quello che ci si aspetta in Bretagna o nelle penisole dell’Irlanda sudoccidentale.
Informazioni su Internet partendo dal portale www.turismospagnolo.it.