Saranno tutte costiere le località groenlandesi che esamineremo in questo articolo, ma vedremo quanto grande sia la differenza tra il gelido nord e la sorprendente mitezza delle località più aperte ai venti tiepidi al di sotto dei 70°N.
Affacciata sul Mar Glaciale Artico perennemente ghiacciato, la base di Nord ADS, a oltre 81°N, è certamente una “campionessa” di freddo. Queste le medie più significative: gennaio e febbraio -30,3°, marzo -30,6°, aprile -23,6°, luglio +3,2°, agosto +2,1°, ottobre -19,8°, anno -16,8° (temperature espresse in °C). Solo due i mesi con medie positive, ben 7 quelli con valori inferiori a -10° (e 6 sotto i -20°). Le precipitazioni, quasi tutte nevose, ammontano a soli 174 mm/anno, più significative nel periodo luglio-ottobre (oscillano dai 18 di ottobre ai 22 di luglio), più scarse in quello gennaio-maggio (dai 7 mm di maggio ai 12 di marzo).
Cominciamo a scendere verso sud, analizzando Qaanaaq, la mitica Thule, sulla costa ovest, e Danmarkshavn su quella est. Qaanaaq (76,5°N) ha queste temperature medie: febbraio -25,9° (marzo -25,3°, più freddo di gennaio), aprile -17,5°, luglio 5,7°, ottobre -10,2°, anno -11,4°. Tre i mesi con medie positive (da giugno ad agosto), ancora 4 sotto i -20°. Precipitazioni: 103 mm/anno, più significative da luglio a ottobre (54 mm totali, 17 in agosto), molto scarse da dicembre a giugno (tutti sotto gli 8 mm, 4 in marzo e aprile), nevose per 9-10 mesi all’anno.
A Danmarkshavn, a latitudine appena inferiore, abbiamo: febbraio -24,3° (marzo -23,3°, anche qui più freddo di gennaio), aprile -17,3°, luglio 3,7°, ottobre -12,9°, anno -12,2°. Precipitazioni: 132 mm/anno, scarse in maggio e giugno (4 e 5 mm), appena più abbondanti negli altri mesi (dai 10 di aprile e novembre ai 17 di marzo).
Continuando nella nostra discesa verso zone più miti e piovose a latitudini meno elevate troviamo sulla costa ovest la capitale Nuuk (in danese Godthab, 64,2°N). Qui abbiamo queste medie: gennaio e febbraio -8,6°, aprile -3,5°, luglio 6,9°, ottobre -0,6°, anno -1,4°. Le precipitazioni salgono a 605 mm/anno, abbondanti soprattutto in estate e autunno (oltre 60 mm/mese da giugno ad ottobre, 82 in settembre), scarse in inverno (meno di 40 mm/mese da dicembre ad aprile, 31 in aprile), quando sono nevose. La neve prevale sulla pioggia anche in novembre e nella prima metà di maggio, ma nevicate improvvise possono verificarsi anche a interrompere bruscamente una mite giornata di inizio giugno o di ottobre.
Angmagssalik, caratteristico villaggio sulla costa est, punto di partenza per escursioni e spedizioni alpinistiche, poco più a sud del Circolo Polare, riceve 932 mm/anno di precipitazioni, con profilo pluviometrico curiosamente “mediterraneo”, visto che lo stesso è una gaussiana con massimo in gennaio (112 mm, segue dicembre con 103, anche novembre e febbraio superano i 90) e minimo in luglio (49 mm, segue giugno con 52). Precipitazioni in larga prevalenza, ma non totalmente, nevose da novembre a metà aprile, ma prevalgono le nevicate anche in ottobre e fino a tutto maggio. Temperature medie: gennaio -7,4°, marzo -8,1° (mese più freddo!), aprile -4,8°, luglio 6,4°, ottobre -0,8°, anno -1,7°.
Nasarsuaq (61,1°N), nel tratto meridionale di costa a ovest di Capo Farvel, ha clima mite: gennaio -6,8°, aprile -0,2°, luglio 10,2°, ottobre 0,4°, anno 1,0°. Precipitazioni discrete: 615 mm/anno, sopra i 50 mm/mese da giugno a dicembre (agosto 71, settembre 67), sotto i 40 da gennaio a maggio (febbraio 33).
Risaliamo per un attimo sulla costa ovest. Seppure poco più settentrionale del Circolo Polare, Söndre Strömfiord, in fondo a un lunghissimo e stretto fiordo, è una di quelle località dove prevale il carattere polare del clima su quello marittimo. La posizione e il mare ghiacciato in inverno le conferiscono temperature invernali bassissime, mentre è piuttosto calda in estate: gennaio -19,7°, febbraio -21,0°, aprile -8,4°, luglio 10,7°, ottobre -6,0°, anno -5,7°. Scarse le precipitazioni: 140 mm/anno, in prevalenza estivi (81 mm da giugno a settembre, 28 in agosto), con inverno molto secco (20 mm da dicembre a marzo, 4 in febbraio).
Riportati i valori medi termici e pluviometrici di alcune località costiere, vogliamo però accennare anche ai valori relativi a un solo anno di misurazioni che abbiamo reperito sul web, relativi alla stazione di Eismitte, nel “mezzo del ghiaccio”, a 3000 metri di quota (quasi tutti di spessore glaciale) e 70,5°N. Qui le medie mensili hanno oscillato da -47° in febbraio (media delle minime -53°, delle massime -41°) a -12° in luglio (-17°/-7° minime/massime), con valori estremi di -65° e -2°, quindi senza mai superare lo 0° neppure nel cuore dell’estate.
I poco più di 50.000 abitanti, in gran parte di etnia eschimese, o meglio inuit, che popolano l’immenso territorio sono insediati quasi tutti sulle coste occidentale e orientale, in particolare nei settori più meridionali, avendo come principali risorse economiche la pesca del merluzzo, l’allevamento (ovini e renne) e l’industria per la lavorazione e la conservazione del pesce. Manca una rete stradale (salvo che nei principali centri e nelle immediate vicinanze degli stessi) e i vari insediamenti sono collegati tra loro con aerei, elicotteri e servizi marittimi. Questi sono anche i mezzi con cui si muove normalmente il turista, salvo i più avventurosi che organizzano vere e proprie “spedizioni” partecipando a trekking con gli sci ai piedi e gli equipaggiamenti trainati in slitta attraversando il tavolato di ghiaccio.
A NW di Capo Farvel, in un tratto di costa che guarda verso sud ed è noto come la “Riviera” della Groenlandia per la mitezza del clima, Narssaq è uno dei centri principali dell’isola. A una trentina di minuti di navigazione si trova il villaggio di Bratahlid, dove giunsero i primi coloni vichinghi guidati da Erik il Rosso (982), avamposto di una colonizzazione piuttosto massiccia nei secoli seguenti (quando probabilmente, partendo dai porti groenlandesi, i vichinghi raggiunsero anche Labrador e Terranova), salvo terminare nel 1400 per effetto combinato del peggioramento delle condizioni climatiche, con conseguente difficoltà di comunicazioni con la madrepatria, e di scontri con gli indigeni.
Non lontana è Qaqortoq, nelle cui vicinanze le rovine della chiesa in pietra di Hvalsey hanno un notevole interesse storico, essendo l’edificio una rara testimonianza della prima colonizzazione vichinga visto che risale al sec.XV
Nella capitale Nuuk il moderno centro amministrativo contrasta curiosamente con il grandioso paesaggio circostante. Caratteristico il vecchio porto della città (Colony Harbour), con case di legno multicolori. Da vedere il Museo Nazionale della Groenlandia, con vaste collezioni dedicate alla storia e alla cultura inuit.
Ilulissat (Jacobshavn in danese, ricordiamo che la Groenlandia ha ormai un’autonomia amplissima rispetto a quella Danimarca che l’ha mantenuta per secoli come sua colonia) si trova sulla costa della Disko Bay, l’area più battuta dalle crociere turistiche in Groenlandia, disseminata di iceberg che si staccano dalle numerose lingue glaciali che appunto lungo la baia sfociano al mare.
Siti Internet di sicuro interesse sono www.greenland-guide.dk (anche in italiano), www.greenland.com e www.groenlandia.it (in italiano). Una lettura che non deve mancare a chi pensa di fare un viaggio in Groenlandia o comunque vuole conoscere meglio l’isola e la sua cultura (a cominciare dagli innumerevoli termini con cui gli indigeni indicano i vari tipi di neve) è “Il senso di Smilla per la neve” di Peter Hoeg. Per la storia della colonizzazione da parte di Erik il Rosso e le successive “puntate” in Nordamerica, consigliamo la lettura del secondo capitolo de “Il clima” di Navarra e Pinchera, edito da Laterza.