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Il clima del Turkmenistan: tra arido e semi-desertico

di Giovanni Staiano
13 Nov 2005 - 10:23
in Senza categoria
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Immagini di Ashabad: la stazione e una moschea. Per gentile concessione di www.berclo.net.
il clima del turkmenistan tra arido e semi desertico 4502 1 2 - Il clima del Turkmenistan: tra arido e semi-desertico
Il Turkmenistan si estende per 488.000 kmq, tra i 33° e i 43°N, in Asia centrale. Il paese, una delle Repubbliche ex sovietiche asiatiche, è una sorta di rettangolo inclinato, con asse NW/SE. Gran parte del paese è pianeggiante, constando di una vasta regione in parte stepposa, in parte desertica (Karakum), con bassa densità di popolazione, salvo che lungo il corso dell’Amu Darya (al confine con l’Uzbekistan), fiume selvaggiamente utilizzato per scopi irrigui, con la conseguente catastrofe ecologica del Lago d’Aral, che ha visto ridursi moltissimo la superficie, venendo a mancare gli apporti idrici dei principali affluenti (oltre all’Amu Darya, il kazako Syr Darya), con conseguente distruzione sia dell’ecosistema sia del tessuto economico. L’altra zona più popolosa è quella lungo il Mar Caspio, il vasto bacino salato, posto al di sotto del livello del mare, le cui riva orientale appartiene al Turkmenistan nel settore centrale.

Le estremità sud ed est del paese sono invece montuose, con i rilievi che si alzano piuttosto bruscamente nella parte sudoccidentale del paese, mentre più graduale è l’aumento di altitudine che si riscontra nel sudest del paese, dove tuttavia, al confine con l’Uzbekistan, il monte Ayribaba tocca i 3137 metri. Tornando ai rilievi del sudovest, si tratta della catena del Kopet Dag, che si innalza fino a 2942 metri, dividendo la regione turkmena dove si trova la capitale Ashabad dall’Iran. L’allineamento della catena non è tuttavia tale da favorire significativi effetti stau quando, nel semestre freddo, le correnti prevalenti sono occidentali, per cui anche ai piedi delle montagne sono poche le aree che fanno registrare significativi incrementi pluviometrici rispetto alle aree pianeggianti.

Tutta la vasta zona pianeggiante ha clima steppico semidesertico (1.), con precipitazioni annue inferiori a 250 mm/anno. Procedendo verso sudest, nella zona ancora pianeggiante, ma ormai abbastanza vicina alle prime propaggini dei rilievi (fatto che inizia a favorire i moti verticali dell’atmosfera) il clima diventa steppico secco (precipitazioni tra 250 e 500 mm/anno, zona 2.). Entrambe queste aree climatiche sono caratterizzate dall’inverno freddo, più mite naturalmente sulle rive del Caspio, che normalmente non gela nel settore appartenente al Turkmenistan.

Alle pendici dei rilievi, per i motivi che si è scritto sopra, solo in poche e ristrette aree più favorite dall’orografia localmente il clima diventa temperato fresco della foresta subcontinentale (3.), con le precipitazioni comprese tra 500 e 1000 mm/anno. Sulle vette più elevate si ha il clima di montagna, freddo e relativamente umido solo in tardo autunno e inverno (nessuna zona del paese riceve più di 1000 mm/anno), con le ovvie differenze termiche e pluviometriche tra i vari versanti.

L’aridità è quindi l’elemento distintivo del clima turkmeno, e la cosa non sorprende osservando come il paese sia distante dal mare e quanta strada debbano quindi percorrere prima di raggiungerlo le masse d’aria umida. La natura pianeggiante del terreno sfavorisce ulteriormente le precipitazioni, che non a caso salgono solo quando ci si avvicina ai rilievi. Solo qui il sollevamento forzato dovuto all’orografia riesce infatti, talvolta, a far condensare in modo apprezzabile la scarsa umidità delle masse d’aria che normalmente raggiungono il paese. Anche sulle rive del Caspio le precipitazioni sono molto scarse, mancando presso di esso quei rilievi che potrebbero favorire, con il sollevamento orografico delle masse d’aria, la condensazione della poca umidità raccolta dalla massa d’aria stessa nel transito sulle acque del vasto bacino interno.

In estate, quando il surriscaldamento dei bassi strati potrebbe favorire l’attività temporalesca, il paese è invece quasi costantemente in regime di depressione termica al suolo, ma di alta pressione in quota, con conseguente inibizione dei moti verticali dell’atmosfera, moti che sono in genere poco vivaci anche in inverno proprio per le basse temperature.

Nel semestre freddo, tuttavia, perturbazioni di lontana provenienza atlantica o mediterranea raggiungono il paese, portando fenomeni raramente intensi, per lo più sotto forma, in inverno, di nevicate “da cuscinetto” con l’aria mite e relativamente umida che scorre al di sopra di quella fredda ristagnante nei bassi strati. In autunno la stessa dinamica porta ad avere deboli piogge, in un contesto grigio e uggioso, ma raramente fortemente perturbato, salvo, talvolta, nelle zone dove i fenomeni vengono esaltati dalla componente orografica.

La stagione relativamente più piovosa è quella del tardo inverno e della prima parte della primavera (marzo e aprile). In questa fase stagionale sono molto forti i contrasti termici su un’area come quella turkmena, piuttosto meridionale di latitudine, ma completamente aperta alle irruzioni fredde. Quando si ha una circolazione generale molto “meridiana”, ovvero con il flusso occidentale molto ondulato, i vortici colmi di aria fredda che scendono dall’artico russo possono contrastare violentemente con aria già molto tiepida per non dire calda insediatasi sulla regione in una precedente fase anticiclonica. Ne risultano precipitazioni che, dopo una fase iniziale piovosa, possono rapidamente divenire nevose o, con l’avanzare della stagione, miste, con contemporaneamente cali termici molto drastici, anche di 20°C in 24 ore.

Lungo le rive del Caspio un secondo massimo pluviometrico, con apporti comunque sempre modesti, si ha in novembre, quando il flusso perturbato è già sceso di latitudine e contemporaneamente l’acqua del Caspio è ancora calda e quindi in grado di cedere maggiore umidità alle masse d’aria in transito.

Il campo termico ci dice di isoterme invernali da 0° a -5°C nelle vaste distese steppose dell’entroterra, spesso innevate e caratterizzate da venti deboli, con forti inversioni termiche. Alle pendici dei rilievi, venendo spesso a mancare l’inversione termica, le temperature medie di gennaio aumentano gradualmente fino a 3°-4°C, sempre espresse al livello del mare. Più mite l’inverno anche lungo il Caspio, con medie di gennaio da 1° a 4°C, rispettivamente a nord e a sud. In luglio le isoterme al livello del mare sono intorno a 27°-28°C nel nord, aumentando fino a 31°-32°C procedendo verso sud. Più fresca l’estate sul Mar Caspio, con medie sui 27°C nel nord e 28°C nel sud.

Krasnovodsk (o Turtkmenbasht) si trova a 40,0°N 53,0°E, a poca distanza dalle rive del Mar Caspio. E’ una località dall’inverno relativamente mite (media di gennaio 2,5°C) e dall’estate calda (media di luglio 28,1°C). Nelle stagioni intermedie abbiamo 13,6°C in aprile e 16,2°C in ottobre, mentre la media annua è 15,2°C. Scarse le precipitazioni, con 128 mm/anno complessivi. Non piove quasi mai in estate (12 mm da giugno a settembre, solo 2 in quest’ultimo mese), mentre i due periodi relativamente più umidi sono novembre-dicembre (15 mm ciascuno) e marzo-aprile (21 e 16 mm).

Anche Esenguly si trova presso il Caspio, ad altitudine addirittura negativa (-22 metri), molto più a sud di Krasnovodsk, essendo infatti vicina al confine con l’Iran. Queste le medie termiche più significative: gennaio 4,5°C, aprile 14,9°C, agosto 27,1°C, ottobre 17,2°C, anno 16,0°C. Appena più abbondanti le precipitazioni, con 203 mm/anno. L’estate è secca (17 mm da giugno ad agosto, 3 in giugno), mentre piove (e raramente nevica) benino da ottobre a gennaio (21, 24, 27 e di nuovo 21 mm) e in marzo (30 mm, è il mese più umido).

Lungo l’Amu Darya, a due passi dal confine uzbeko, nel nord del paese, si trova Koneurgenc (42°N 59°E). Qui la continentalità del clima si fa esasperata, con oltre 37°C di differenza tra le medie di gennaio (-4,8°C) e luglio (32,8°C). La media di aprile è 16,3°C, quella di ottobre 12,0°C, la media annua 14,0°C. Le precipitazioni sono di soli 111 mm/anno. Rispetto alle località sul Caspio perdono importanza le precipitazioni del tardo autunno (novembre 10 mm, dicembre 12) e l’unico periodo non asciutto rimane il bimestre marzo-aprile (17 e 19 mm). Il periodo più secco è l’estate, con 16 mm totali fra giugno e settembre.

La capitale Ashabad (38°N 58,3°E, 227 m) ha le seguenti medie termiche: gennaio 1,6°C, aprile 16,4°C, luglio 30,5°C, ottobre 15,6°C, anno 16,1°C. L’escursione giornaliera è notevole, intorno a 9°-10°C in inverno, 15°C in estate, 12°-13°C nelle stagioni di mezzo. Come in tutte le zone interne del paese non è affatto raro in estate superare i 40°C di massima. Rispetto a Koneurgenc, la vicinanza dei rilievi, con conseguente maggiore ventilazione, riduce gli estremi stagionali, quindi la continentalità. Precipitazioni scarse anche qui, con 228 mm/anno, comunque doppie rispetto a Koneurgenc, grazie alla vicinanza dei rilievi. Identico a questa località, invece, l’andamento stagionale, con marzo e aprile mesi più piovosi (45 e 41 mm), ma anche tutti i mesi da dicembre a maggio oltre i 20 mm. Molto asciutta l’estate (14 mm da giugno a settembre, 1 in agosto).

I limitati motivi di interesse del paese ci inducono a tralasciare la nostra consueta “parte turistica”. Ci limitiamo a segnalare un paio di siti Internet: www.tmtour.org e www.turkmenistan.it.

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